Parla con me

Se vuoi approfondire questi argomenti o esplorare i tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

Perché nessuno mi vuole?


(questo post è anche disponibile come documento - in formato PDF, EPUB e MOBI - liberamente scaricabile nella pagina Download)

"Perché nessuno mi vuole?" è una domanda che sento spesso in giro, da persone che sembrano non trovare mai qualcuno che li ami, li apprezzi o li desideri. D'altronde, molti anni fa questo affliggeva anche me: desideravo sempre donne che mi rifiutavano, e sembrava che nessuna mi volesse; così, ovviamente, mi sentivo privo di valore e disperato.

La convinzione di non valere

Il problema principale di quando veniamo rifiutati, infatti, è proprio di vedere il rifiuto come segno di non valere nulla: "Se a questa persona non interesso affatto, evidentemente non valgo", è la conclusione che sorge spontanea. Ma questa convinzione è ingannevole, perché trascura la componente soggettiva personale: quando qualcuno ci rifiuta, questo non riguarda il nostro valore, riguarda i gusti dell'altra persona. Perché siamo tutti diversi e abbiamo gusti e bisogni diversi, quindi ogni persona ci vedrà - e valuterà - in modo differente.
Per esempio, nella mia vita ho incontrato persone che mi adorano, persone a cui non interesso per nulla, e persino alcuni a cui risulto insopportabile: eppure io sono sempre lo stesso! Cos'è che cambia? Cambiano le altre persone, e quello che piace o meno a loro. E' quindi ovvio che non posso basarmi sul giudizio altrui per conoscere il mio valore... perché ognuno mi darà un giudizio soggettivo e basato sulla propria visione.

Questo è un tema ricorrente negli scritti di Luigi Pirandello: abbiamo bisogno dello sguardo altrui per scoprire chi siamo ma, al tempo stesso, gli sguardi altrui non ci rimandano la nostra vera immagine, ma solo riflessi scollegati e confusi (come frammenti di uno specchio infranto). Una lettura intrigante e rivelatrice della dimensione umana, attuale ancor oggi.

Identità debole e ricerca di valore

La convinzione di non valere a seguito di un rifiuto, avviene in particolare nelle persone con un'identità debole (l'identità è la consapevolezza di "Chi sono io", "Quanto valgo", "Qual è il mio posto nel mondo"). Se non ho chiaro chi sono, ovviamente non so nemmeno il mio valore. Di conseguenza, costoro tendono a trovare fuori da sé, nelle opinioni e nei giudizi altrui, un senso di identità e valore; che però è fluttuante perché sempre soggetto al capriccio altrui. Queste persone sentono spesso il bisogno di sedurre, conquistare e/o ottenere l'approvazione altrui, proprio per sostenere la propria fragile identità.

Nessuno può piacere a tutti

E' importante ricordare che essere rifutati può capitare a chiunque: poiché non si può piacere a tutti, ci sarà sempre qualcuno che non è interessato a noi - e, di nuovo, questo non indica che non abbiamo valore, ma solo che ognuno ha gusti diversi. Per quanto essere rifiutati - magari proprio da qualcuno che ci piace molto - è ovviamente doloroso, ricordiamoci che è un evento normale, è parte della vita; quindi non diamogli troppa importanza, passiamo oltre e cerchiamo qualcuno che ci sappia apprezzare.
Ci può essere invece un problema reale quando subiamo una serie di rifiuti, o quando addirittura non incontriamo mai nessuno che ricambi il nostro interesse: in questo caso ci sono probabilmente delle cause sottostanti, che sarà bene identificare. Altrimenti c'è il rischio di ripetere all'infinito gli stessi errori senza uscirne.


Perché veniamo rifiutati

Stabilito che l'essere rifiutati, in generale, non è indice di mancanza di valore, ci possiamo chiedere come mai questo succede. Spesso il problema non risiede in noi, ma nei nostri comportamenti: nel tipo di partner che vogliamo, nel luogo in cui lo cerchiamo, e nel modo in cui ci poniamo.
Di seguito elenco alcune delle cause di rifiuto più comuni.

  1. Vogliamo qualcuno fuori dalla nostra portata
  2. Non sappiamo cosa vogliamo davvero
  3. Scegliamo persone che non ci apprezzano
  4. Cerchiamo tra persone diverse da noi, o cerchiamo nel luogo sbagliato
  5. Non ci esprimiamo, o ci manifestiamo in modo disarmonico
  6. Non stimiamo noi stessi
  7. Ignoranza e pregiudizi
  8. Comportamenti distruttivi o respingenti

1) Vogliamo qualcuno fuori dalla nostra portata

Un errore molto comune è quello di volere qualcuno che è fuori dalla nostra portata. Il problema, qui, è che non siamo tutti sullo stesso livello: ognuno ha un "valore di mercato" diverso, anche sul piano delle relazioni, e se puntiamo a qualcuno che ha un "valore" assai più elevato del nostro (perché è molto più bello, affascinante, talentuoso, colto o di classe), verremo ignorati perché quella persona sa di poter avere "di meglio".

Istintivamente tutti vorremmo "il meglio" dalla vita; questo vale anche nelle relazioni. Per questo le donne sognano il "principe azzurro" (l'uomo che ha tutto: bellezza, fascino, status e ricchezza), e gli uomini sono affascinati dalle modelle (che rappresentano un ideale di desiderabilità). E' quindi naturale essere attratti dalle persone più dotate, ma - ovviamente - anche costoro vogliono il meglio, e quindi le persone "normali" non hanno chance con loro. Può apparire ingiusto, ma la vita funziona in modo "darwiniano", competitivo, non è equa.

Se questo è il nostro errore, è necessario:
  1. saper valutare correttamente il proprio "valore relazionale" (la maggior parte delle persone non ne è consapevole);
  2. e rendersi conto che più "miriamo in alto", e meno avremo possibilità di successo.
Nulla ci vieta di tentare, certo, però dobbiamo essere consapevoli del rischio.

2) Non sappiamo cosa vogliamo davvero

Se alla domanda "Com'è il partner che desideri?" rispondete solo "Bello/a, simpatico/a, intelligente, buono/a (per le donne aggiungiamo 'Ricco')", non avete detto nulla di significativo, è un distillato di ovvietà:
  • Bello/a: che tutti desiderano la bellezza è scontato (vedi punto 1 precedente);
    (lo stesso vale per "Sexy, Attraente, Affascinante...").
  • Simpatico/a: certo, chi vorrebbe stare con qualcuno antipatico?
  • Intelligente: di nuovo, a chi piacerebbe stare con uno stupido?
  • Buono/a: ancora, solo uno squilibrato vorrebbe avere vicino un malvagio.
  • Ricco: come si dice, se è vero che i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria!
Quindi, se questa è la chiarezza che avete del vostro obiettivo sentimentale, significa che non sapete quello che davvero volete: a livello profondo, personale, come essere umano unico. E non è difficile capire che quando non sappiamo bene cosa cerchiamo, è alquanto difficile trovarlo. Inoltre, quando abbiamo le idee confuse in amore, tendiamo a seguire:
  • l'attrazione istintiva: gli impulsi ormonali, e la spinta evoluzionistica - che non sono guide affidabili;
  • oppure le opinioni altrui: quello che gli altri ritengono di valore, buono, giusto - che spesso non è la cosa migliore per noi.

Se non sappiamo bene cosa vogliamo, è bene fermarsi e indagare dentro di noi, alla ricerca dei nostri bisogni profondi. Altrimenti rischiamo di restare delle banderuole che si muovono alla cieca, cercando a caso (o seguendo priorità che non ci appartengono), navi alla deriva che non trovano il porto.

3) Scegliamo persone che non ci apprezzano

Com'è una persona "giusta" per noi? E' quella che, oltre a soddisfare i nostri bisogni:
  • Apprezza come siamo
  • Apprezza quello che possiamo offrirle
  • Apprezza la nostra unicità
  • Accetta i nostri difetti e mancanze
Costui è qualcuno che sta davvero bene con noi (e che ci ama per come siamo).
Chi invece non ci apprezza in modo simile, non sarà mai un partner con cui poter essere in armonia: ci sarà sempre motivo di insoddisfazione e conflitto. E qualunque nostro sforzo difficilmente cambierà l'atteggiamento di qualcuno a cui, in pratica, non piacciamo. Stare dietro a persone che non ci apprezzano è quasi sempre una totale perdita di tempo: si sprecano energia e risorse per qualcuno che quasi mai ci ricambierà.

Però a volte siamo così presi da quello che vogliamo noi, che dimentichiamo di prestare attenzione a questa importante compatibilità. Ma se l'oggetto del nostro desiderio non ci apprezza, non c'è da stupirsi che ci rifiuti: magari lui (o lei) ha tutto quello che noi vogliamo, ma noi non abbiamo quello che egli cerca, e quindi non potrà essere felice con noi.

Inoltre, se non consideriamo quello che possiamo offrire all'altro e se questo può renderlo felice o meno, è possibile che siamo troppo concentrati egoisticamente solo su ciò che vogliamo noi; trascuriamo di vedere l'altro come persona, vedendolo invece come "oggetto" al servizio dei nostri bisogni. Questo atteggiamento narcisistico provoca in genere un istintivo rifiuto - come è naturale (tutti vogliamo essere voluti come persone, non come oggetti).

Se questo è il nostro errore, quando andiamo verso una persona dovremmo considerare non solo quello che possiamo ricevere da lei, ma anche i suoi bisogni e se siamo in grado di soddisfarli.

4) Cerchiamo tra persone diverse da noi, o cerchiamo nel luogo sbagliato

A volte il problema è nel modo in cui cerchiamo:
  • magari cerchiamo tra le persone "sbagliate" (cioè non in sintonia con noi);
  • oppure cerchiamo nei posti sbagliati (dove le persone affini a noi non si trovano).
A volte non troviamo nessuno che ci vuole, perché cerchiamo fra persone non in sintonia con noi. Per esempio un ragazzo sensibile, intellettuale e introverso che cerchi in discoteca o in palestra, avrà poche chances di incontrare ragazze che lo apprezzino e lo capiscano; se invece frequentasse ambienti del tipo "club del libro", conferenze o corsi di lingue, le sue probabilità aumenterebbero.
Può essere che frequentiamo sempre gli stessi ambienti per abitudine, per pigrizia, o perché il luogo in cui viviamo non offre altro. Se però in questi ambienti non ci sono persone che hanno interessi e valori simili ai nostri, è facile che ci sentiamo sempre dei "pesci fuor d'acqua", o privi di attrattive. Ma, di nuovo, non siamo noi ad essere sbagliati, bensì è l'ambiente che non c'entra con noi.

Se ci sentiamo abitualmente "fuori posto", sarebbe bene provare a frequentare altri giri ed altre situazioni, facendo anche il punto sui nostri interessi, passioni ed obiettivi. Stare fra persone affini a noi aumenta di molto le possibilità di incontrare qualcuno che ci piaccia davvero, e che ci ricambi.

5) Non ci esprimiamo, o ci manifestiamo in modo disarmonico

Potremmo anche essere la persona migliore del mondo, ma se non esprimiamo quel che siamo (o lo facciamo in modo sgraziato), nessuno potrà accorgersene.
Molte persone, vuoi per timidezza, educazione o insicurezza, non esprimono le loro idee e personalità; si tengono tutto dentro, oppure si espongono poco per paura della disapprovazione, o - ancora - si conformano alle idee del gruppo, per non rischiare. In tutti questi casi, essi vengono percepiti come persone amorfe, banali e insignificanti.
Molti si fanno condizionare dal bisogno di piacere a tutti, o di non dispiacere a nessuno; ma non si rendono conto che piacere a tutti è impossibile, e che il risultato è - di nuovo - suscitare indifferenza. Certo, così facendo non dispiacerete a nessuno... ma nessuno vi troverà interessante.

Per risultare interessante, è necessario essere autentici, franchi ed esprimersi senza timore della reazione. Certo, in questo modo piaceremo ad alcuni e risulteremo antipatici ad altri; ma sarà comunque molto meglio che fare da "tappezzeria" e risultare invisibili. Inoltre, questo è un buon modo per stabilire con chi siamo in sintonia o meno.

Se siamo dominati dalle paure, oltre a tendere a non esprimerci, saremo anche preda di tensione e ansietà. Questo spesso provoca un senso di disagio in chi ci sta intorno, che tenderà a ritrarsi o escluderci. Se ci avviciniamo ad una persona che ci piace mentre siamo tesi e preoccupati per il risultato, difficilmente faremo una buona impressione. Può sembrare superficiale, ma il modo in cui ci poniamo ha un grande effetto sulle persone (sia nelle relazioni che altrove, per esempio sul lavoro).
Se soffriamo di forti paure o ansia grave, sarà bene affrontarle e cercare di superarle; magari facendoci aiutare da un terapeuta (psicologo, counselor...), oppure frequentando dei corsi, od anche leggendo libri su autostima e fiducia in se stessi.

6) Non stimiamo noi stessi

L'autostima è una specie di "pilastro" che sorregge l'intera personalità, e influenza grandemente tutto quello che riusciamo (o non riusciamo) a fare. E' un elemento fondamentale nelle relazioni, che non va assolutamente sottovalutato.
Se non mi stimo, se io - per primo - credo di avere poco valore, crederò che nessuno può volermi per come sono; quindi, al primo segnale negativo (o ambiguo), concluderò che non ho speranze, fuggirò o saboterò i miei stessi tentativi di approccio. Di converso, se incontro qualcuno che mi vuole, mi sembrerà impossibile, quindi tenderò a non notare questa persona o a non credere al suo interesse.

Inoltre, secondo il principio psicologico per cui tendiamo a far avverare quello in cui crediamo (in inglese, "Self-fulfilling prophecy"), se credo di non valere nulla o di non essere desiderabile (o degno d'amore), tenderò a interessarmi a persone che non mi vogliono: in questo modo, confermerò la mia convinzione profonda. Questo comportamento può sembrare assurdo e illogico, ma molti dei nostri comportamenti (specialmente nelle aree emozionali, come le relazioni) sono guidati dall'inconscio, non dal pensiero razionale. Queste convinzioni negative tendono a rimanere a livello subconscio, perché sono assai dolorose; e più sono inconsce, più influenzano le nostre azioni.

Quindi, la mancanza di autostima può essere la fonte primaria dei nostri fallimenti relazionali.
  • Se sentiamo di non credere in noi stessi,
  • se tendiamo a scoraggiarci facilmente,
  • ed anche se tendiamo a dare agli altri la colpa dei nostri insuccessi (questa è sovente una "strategia" per non ammettere la mancanza di autostima)
è importante essere onesti con se stessi ed ammettere questa fragilità (mentire a se stessi peggiora solo il problema). Anche in questo caso, l'aiuto di un terapeuta, corsi e libri di crescita personale, possono aiutarci a migliorare.

7) Ignoranza e pregiudizi

Tutti noi siamo "portatori" di ignoranza (nessuno può mai sapere tutto) e pregiudizi (idee false che ci sono state inculcate, magari nell'infanzia); e questi due limiti sono particolarmente forti nei confronti del sesso opposto - che spesso ci appare "alieno" e incomprensibile. Così, è facile cadere nelle trappole di luoghi comuni o stereotipi, che deformano il nostro giudizio e ci portano ad azioni inefficaci.
Se rimaniamo nell'ignoranza, tratteremo l'altro sesso come a noi piace essere trattati, dimenticando che uomini e donne sono (spesso) diversi (quindi i risultati saranno ben diversi da quel che ci aspettiamo). Se obbediamo ai pregiudizi, invece di cercare di conoscere davvero la persona che abbiamo davanti, gli applicheremo delle etichette (magari quelle più comode o rassicuranti): in questo modo non potremo mai stabilire con quella persona una comunicazione autentica (men che meno una relazione costruttiva).
  • Ignoranza: i maschi che non capiscono le donne, che non conoscono le loro preferenze o il loro modo di pensare, le approcciano in modi che le fanno allontanare, spesso inorridite; non hanno idea di come compiacerle, sedurle, farle star bene.
    Le femmine che non conoscono la mentalità dei maschi, fraintendono i loro segnali, non sanno cosa piace loro e rimangono confuse e frustrate quando le cose non funzionano.
  • Pregiudizi: se credo a idee tipo "Tutti gli uomini sono bugiardi" oppure "Le donne guardano solo i soldi", è ovvio che mi avvicinerò a potenziali partner con diffidenza e aspettative distorte, falsando ogni approccio.

Per ogni uomo e donna è fondamentale capire meglio "l'altra metà del cielo": altrimenti, come potremo mai creare una relazione significativa con loro? Ci sono molti libri su questo argomento che spiegano le differenze di genere; uno di quelli che ho trovato più utile e piacevole, è "Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere" di John Gray (vedi nella Bibliografia).

8) Comportamenti distruttivi o respingenti

In alcuni casi, il problema siamo proprio noi stessi: magari abbiamo qualche tratto caratteriale o comportamento che i più trovano sgradevole o insopportabile, e che fa fuggire persone a cui, altrimenti, potremmo anche piacere. I seguenti comportamenti possono, con buona ragione, spingere lontano qualcuno, o far sì che non ci prenda nemmeno in considerazione:
  • Rabbia e aggressività (eccessive o ingiustificate).
  • Negatività: essere pesanti, sempre pessimisti e lamentarsi di continuo...
  • Stare male con se stessi: non piacersi, detestarsi, provare disagio quando si è soli.
    Chi sta male con se stesso tende a "buttarsi" sugli altri per fuggire al proprio disagio, riversando su di essi ansie o bisogni eccessivi che li fanno sentire soffocati od oppressi, quindi fuggono. Si tende ad essere dipendenti dagli altri, a "divorare" l'altro, a prendere più di quanto si sappia dare: ovvio che questo provochi reazioni di chiusura. In questa pagina una psicologa ne parla.
  • Egoismo esagerato: forte egocentrismo, narcisismo, usare gli altri...
    (N.B.: un certo livello di egoismo costruttivo - nel senso di amare se stessi ed avere cura di sé - è da considerarsi sano e auspicabile. Diffidate da chi vi accusa di egoismo perché non fate a modo suo)
  • Sessualità scadente: trascurare il piacere del partner, forzare pratiche che l'altro non vuole, eccessivo pudore o inibizione.
  • Scarsa igiene personale: essere sporchi o maleodoranti...
Se avete qualcuno dei tratti sopra elencati, il mio consiglio e di ammetterli con umiltà e onestà (in fondo nessuno è perfetto, ma tutti potremmo migliorare), e chiedere aiuto per superarlo.
Pretendere che il mondo ci accetti per come siamo, o che gli altri ci amino "a prescindere", è una pretesa infantile e fallimentare. Come noi non siamo tenuti a farci piacere chiunque, o ad amare qualcuno che ci sta antipatico, allo stesso modo gli altri non sono tenuti a darci ciò che noi vorremo ricevere: se ci teniamo a riceverlo, sta a noi sapercelo guadagnare.

Se sospettate di avere alcuni di questi comportamenti, o anche solo per una verifica, potete chiedere quali siano i vostri difetti o problemi agli amici, e/o alle persone che vi piacciono ma non vi ricambiano: non tutti saranno sinceri (a nessuno piace essere portatore di cattive notizie), ma alcuni sì. Se chiederete con onestà, ammettendo "So di non essere perfetto, ma voglio migliorare", la vostra sincerità potrà portarvi delle utili scoperte.


Partner che ci usano o ci lasciano presto

Oltre all'essere rifiutati o non voluti, un problema simile è quello di sentirsi usati dai partner, o di essere lasciati dopo poco tempo e senza preavviso. Il sentirsi usati si esplica spesso in modi diversi per i due sessi:
In entrambi i casi ci si sente usati come "oggetti", e non valutati come persone. Quindi non voluti davvero per quello che si è, e per questo si può vivere lo stesso tipo di ferita dell'essere rifiutati, inclusi i motivi per cui questo ci capita (elencati nei punti sopra riportati).

Siamo degni d'amore, ma l'amore non è un diritto

Essere rifiutati è un'esperienza che ferisce (per gli uomini, vedi il post sul desiderio maschile rifiutato), ma non dobbiamo prenderla come un fallimento; piuttosto, come un segno che c'è qualcosa che non funziona e ha bisogno di essere cambiato. Siamo tutti degni d'amore, ma l'amore che vogliamo non è scontato o nostro per diritto: bisogna in qualche modo "esserne all'altezza". Bisogna andare verso gli altri in modo adeguato, chiedere nel modo giusto, e saper dare in proporzione a quanto chiediamo.

Inoltre, se voglio essere amato, è importante iniziare ad amare me stesso. Se non mi amo nemmeno un po', difficilmente verrò amato; se non sento amore dentro di me, sarò sempre alla disperata ricerca di amore fuori da me. Il primo passo verso l'amore per me stesso, è imparare ad accettarmi per come sono.

I problemi elencati nei vari punti indicano che compiamo degli errori: se vogliamo risultati diversi, è una nostra responsabilità personale quella di cambiare e migliorare.
Accusare il fato, piangersi addosso o lamentarsi che il mondo è crudele perché non funziona a modo nostro, può offrire una consolazione momentanea, ma non cambia un bel nulla. Se vogliamo essere più felici, l'unica via è quella di agire per creare quello che desideriamo.


Se ti serve aiuto

Se non riesci a capire perché non vieni voluto, o hai riconosciuto in questo post alcuni tuoi limiti ma non sai come superarli, oppure non sai come migliorare i tuoi approcci col sesso opposto, forse posso aiutarti attraverso dei colloqui. Utilizzo metodi di counseling e coaching per facilitare le persone ad evolvere e risolvere i loro problemi. Se vuoi saperne di più, visita la pagina "Parla con me".

"L'amore è il desiderio irresistibile di essere irresistibilmente desiderati."
(Mark Twain)


Articoli correlati

Altri post con argomenti collegati (descrizione: fermate il puntatore sul link)


Parla con me

Se gli argomenti di questo post ti toccano da vicino e vorresti discuterne, approfondire, o rivolgermi delle domande; oppure se senti il bisogno di parlare dei tuoi problemi, puoi chiedermi un colloquio.

82 commenti:

  1. Si tutto quanto scritto è vero. Ma io mi chiedo...ok non posso piacere a tutti....ma (per carità parlo del mondo virtuale perché nel reale incontrare persone è per me raro...nemmeno fossi appestata)ho conosciuto circa 15 persone in 2 anni e passa...con alcuni nulla da parte mia...ma molti attratti dalla bellezza ma poi fuggiti. Ok non ho un carattere facile e io stessa sono attratta dal bello...ma possibile nessuno mi abbia voluta conoscere meglio? Non sono un mostro...astri fisicamente piaccio (non piaccio però io a me stessa e mi trovo fisicamente mille difetti)...rimane che donne molto meno belle siano accoppiate ...io non arrivo al 3 appuntamento

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ovviamente, non conoscendoti posso solo azzardare ipotesi. Però le tue parole sembrano rivelare problematiche comuni:
      - Se nessuno ti ha voluta conoscere meglio, forse c’è qualcosa nel tuo comportamento che allontana gli altri.
      - Come comprendi anche tu, non è questione di estetica - visto che tante donne meno belle di te sono accoppiate. E’ facile cercare giustificazioni nell’aspetto, ma in realtà è il comportamento che genera l’influsso maggiore nelle relazioni - specialmente dopo i momenti iniziali.
      - Dici che non ti piaci, e sembra che sia vero sia a livello fisico che come persona. Questa potrebbe essere la chiave (o una delle chiavi): se non ti piaci, proietti un’immagine negativa di te (che gli altri percepiscono), e tendi a non credere (o a sfuggire) alle persone che si interessano a te (“Faccio schifo, come è possibile che gli piaccio?”)... a volte fino al punto di sabotare - inconsciamente - le situazioni.
      Per esempio io per molto tempo sceglievo proprio le donne che non mi volevano, perché ero convinto di non essere desiderabile; ci ho messo anni ad accorgermene - ed altri ancora per smettere.
      - Ammetti che è raro per te fare incontri nel mondo reale. E’ forse un segno di difficoltà di relazione, chiusura, paure e insicurezza? Anche questi sono elementi che giocano a sfavore. Le paure, se ci dominano, possono essere distruttive.

      Tu parli di uomini “fuggiti”... Se sono fuggiti, ci sarà una ragione. E siccome il comune denominatore sei tu, mi sembra probabile che la ragione sia in te. Questo non per accusarti o farti sentire sbagliata, ma per indicarti una direzione di indagine.
      Certo, può dipendere anche dagli uomini che scegli (o che lasci avvicinare), ma è probabile che sia anche tu a fare qualcosa che porta gli uomini a fuggire. Potresti provare a chiedere a quegli uomini il motivo della loro fuga, o ad amiche che ti conoscono bene come vedono il tuo comportamento con gli uomini. Spesso gli altri vedono in noi cose che a noi risultano invisibili.

      Qualunque sia la ragione, ricordati che c’è sempre la possibilità di migliorare. E che se il problema è in te, lo è anche la soluzione :-)

      Elimina
    2. Sono d'accordo al 50%. In molti casi siamo respingenti. In altri casi la fuga e' incomprensibile e indipendente dalla persona abbandonata. Io azzardo a dire che la grande facilita' di incontro dei social e dei siti ad hoc ha favorito un certo consumismo relazionale. Se hai una pasticceria a disposizione sei incuriosito da tutto...ed il discorso e' valido x ambedue i sessi.

      Elimina
    3. > "In altri casi la fuga e' incomprensibile"
      La fuga può essere incomprensibile per chi la subisce, ma ha sempre delle ragioni. Certo a volte può non dipendere da chi la subisce (possono esserci fattori esterni alla relazione), ma le ragioni ci sono sempre e comunque.
      Convincersi che il rifiuto sia "indipendente dalla persona abbandonata" può essere un modo per negare la propria responsabilità e le proprie mancanze, rifugiandosi in un vittimismo consolatorio ma improduttivo: "Non è colpa mia!" (ma allora non puoi nemmeno farci nulla).

      Concordo che la diffusione dei social e dei siti di dating/incontri favorisca un certo "consumismo relazionale". Danno l'illusione di infinite possibilità (in un "mercato relazionale" diventato "globale"), e che la "persona giusta" potrebbe arrivare al prossimo swipe (quindi si tende a non approfondire ma si continua a cercare).

      E' vero che questo effetto si applica ad entrambi i sessi. Ma per via del maggior potere che le donne hanno in ambito relazionale (su questi media ricevono 100 volte più attenzioni dei maschi), su di esse l'effetto è maggiore. Usando la tua metafora, per una donna la "pasticceria" a disposizione è enorme :-)
      Avendo gli uomini minori opportunità, tendono ad adattarsi maggiormente (anche se non tutti). Mentre molte donne rimangono sole pur di non accontentarsi, e si lamentano che "Non ci sono più uomini validi disponibili" (il che significa avere aspettative superiori alla realtà).

      Elimina
  2. Grazie per ogni parola, l'ho apprezzato davvero. Mi sono soffermato particolarmente sul "cercare nel luogo sbagliato" o sul finire per volutamente sabotare i nostri tentativi di approccio. Io mi considero una persona a petto aperto, profondamente sensibile.. ma lentamente la mia autostima, la mia propensione ad amare ed essere amato si è lentamente bruciata, ho gettato carbone ardente su me stesso perché ho cercato costantemente un approccio con persone del mio stesso orientamento, ovvero attraverso un'applicazione per incontri. Ma non fa per me. Sono timido, per parecchi anni sono cresciuto temendo il giudizio degli altri. Ultimamente ho corretto quest'ultima cosa ma mi sento costantemente di fronte ad un vicolo cieco. Mi sento un pesce fuor d'acqua. Perché io, in quell'app, non mi ci ritrovo, non riesco ad approcciarmi nel modo in cui quell'app prevede che ci si approcci, e ogni mio impacciato tentativo (con allegata la foto del mio viso) procura un rifiuto. Uno, due, dieci, venti rifiuti. Sempre e soli rifiuti. Mi sono buttato sull'amarezza, mi sono voluto convincere che sono completamente incompatibile con quel gruppo di persone a cui dovrei piacere, che sono inguardabile (una cosa di cui ancora fatico a convincermi perché ho pezzi di autostima che non vogliono cadere) che non troverò mai nessuno. E ho finito per usare quell'app con astio, giocare amaramente con le mie risposte e le mie foto, assecondare persone che mi fanno ribrezzo. Mi sento completamente non piaciuto, ma anche invisibile (la mia introversione mi porta ad essere anche una persona molto sola). Insomma, io ci tengo alla vita, amo la vita, amo l'arte, non sono stupido e ho il massimo rispetto per tutti. C'è una soluzione a tutto questo che renda la mia esistenza più vivibile? Mi scuso per la lunghezza e grazie se risponderai

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come spesso succede nei commenti, vorrei poterti dare una mano ma da qui posso fare (e capire) così poco. Però ci provo.
      Alla base, mi sembra che hai una grossa difficoltà ad amarti e accettarti; se è così, questo influenza ogni tuo tentativo di approccio, facilitando il fallimento. Per questo, invece di continuare a provare con metodi che non funzionano, sarebbe più utile affrontare direttamente la tua difficoltà di base - cioè il modo in cui ti vedi e ti consideri, la tua autostima fragile.
      Altrimenti, è un po' come voler fare sport con un braccio ferito: per quanto ti sforzi, otterrai risultati scarsi, ed insistere non servirà. Quel che occorre fare è prendersi cura del braccio malato.

      Quando parli di quell'app, ho la sensazione che hai usato l'approccio virtuale per evitare le difficoltà di interagire nel mondo reale. Ma, come hai visto, questo non risolve nulla. Anzi, i limiti e la superficialità di un'app può impedire a qualcuno di apprezzare tue qualità che, magari, dal vivo verrebbero notate.
      Come tu stesso scrivi, quell'app non fa per te; a che scopo insistere? Ti fai solo del male.

      Tu pensi di non valere, di non essere guardabile né desiderabile. Ma non credo sia così: da come scrivi, è evidente che sei una persona con delle qualità. Ma dentro te sembra esserci una parte ferita e dolente, che cerchi di ignorare ma forse sabota ogni tuo tentativo.
      Il problema di quando non amiamo noi stessi, è che cerchiamo sempre l'amore fuori di noi: ma così facendo, quasi mai lo troviamo. Cerchiamo amore come se fosse una "elemosina", ma così facciamo fuggire gli altri.

      Mi chiedi se c'è una soluzione: secondo me è sempre possibile, ma spesso non ce n'è una facile o immediata come vorremmo. Nel tuo caso, mi sembra che la soluzione migliore sia di farsi aiutare da un terapeuta.
      Certo è sempre possibile (e consigliabile) prendersi cura della propria crescita personale, migliorando ed evolvendosi (vedi per esempio i post:
      > Come migliorare te stesso e la tua vita - Gennaio 2016
      > 10 strumenti per diventare più felici - Giugno 2015 ).
      Però farlo da soli può essere lento: io ci ho messo 15 anni a passare da "Voglio morire" a "Il peggio è passato". Un professionista può ridurre di molto il tempo e la sofferenza.

      Se tu avessi una malattia seria, o se tu avessi avuto un incidente, non sarebbe strano farti curare da uno specialista o un chirurgo, no? Se ci succede qualcosa di grave, ci serve aiuto.
      Per le "malattie dell'anima" è la stessa cosa. Il tuo dolore, le tue difficoltà sono dovute a qualche causa: qualcosa le ha provocate, non è colpa tua, e l'aiuto di un esperto può aiutarti a stare meglio.

      Non c'è nulla di cui vergognarsi, c'è solo da riconoscere che ho un problema che da solo non riesco a risolvere. E' del tutto umano, nessuno può fare tutto; nessuno è mai riuscito a fare qualcosa di importante senza l'aiuto di altri.
      La soluzione inizia col chiedere aiuto a chi può dartelo :-)

      Se non sai da dove partire, questa pagina raccoglie numerose risorse:
      http://www.vitafelice.it/aiuto-psicologico-gratuito

      Elimina
    2. Uccidere il lato istintuale dell'amore, prima facendo tutto, e poi nulla, ciò che piace per natura e chimica, separando dualisticamente amore e corpo, istinto e innamoramento, genera distruttività criminale anche nella storuia umana: ha ucciso la felicità, la gioia e non solo il piacer edi vivere e comunicare delle persone, di più la chiesa, basata su ideologie puritane, e la vita e la mente delle persone, anche non solo biologiicamente, che Hitler, che era anche un puritano che voleva l'amore puro senza attrazione e soddisfazione. Ci può essere sesso senza amore, ma non amore senza sesso: è come scambiar eun pò di affettuosità tra amici, con la passione e l'innamoramento, spacciando, da puritani dualisti antiscientifici (cosa che è anche criminale, se separa morale e scienza, scienza e religione), che l'amore a distanza, prima è il più puro, poi dà, non solo, rabbia e risentimento, ma anche purezza e verità alla parola amore, anche se è impossibile amare qualcuno con le parole, i gesti e il sesso a distanza, e poi, a l tempo stesso, dire che questo è più che passione e sentimento, se l'altro non può che sentirsi legato e in colpa, da un 'amore' del genere (e figuriamoci se si è messo con qualcun altro), e chi lo 'ama' così,solo con un assurdo e infantile idealismo, può essere solo infelice e impotente.

      Elimina
  3. E' tutto vero, ma io proprio non capisco per quale motivo nessun uomo si onteressi a me... Eppure a detta di tutti sono una ragazza bella, buon e sempre dolce e sorridente, ho molti amici, non sono un mostro... Possibile che nessuno mi inviti mai a uscire? Io mi piaccio ma vedo che agli altri non piaccio neanche un po' (a parte gli amici che mi conoscono bene, gli altri mi evitano...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo, non conoscendoti, non posso indovinare quale sia il motivo per cui non susciti interesse. Eppure qualche motivo ci deve essere per forza (le cose non capitano per caso), magari rifiuti inconsciamente di vederlo perché scomodo o doloroso.
      Se frequenti sempre gli stessi ambienti e le stesse persone, forse ti sarebbe utile "cambiare aria": incontrare gente nuova, magari seguire attività mai fatte prima. In altre parole, se quel che hai fatto finora non funziona, può essere necessario fare dei cambiamenti.
      Infine, se nessuno ti invita ad uscire, puoi essere tu ad invitare qualcuno che ti piace (anche questo è probabilmente un cambiamento per te). Certo questo può farti paura, ma se rimani passiva e in attesa, non ti stai occupando dei tuoi bisogni (e chi altri può farlo al posto tuo?).
      Ricorda, per creare la vita che vuoi, è indispensabile passare all'azione!
      (vedi il post "Il prezzo della felicità è agire" - Luglio 2014)

      Elimina
  4. Buongiorno, sono anni che frequento ragazzi ma senza trovare l'uomo che si innamori di me... senza neanche farmi capire il perché scompaiono dalla mia vita, premesso che io vado regolarmente da una psicoterapeuta da molti anni principalmente per questo motivo non sono ancora riuscita a capire il perché non riesca a trovare un uomo che si innamori di me per quella che sono. Al di fuori di rapporti amorosi vengo molto apprezzata e stimata sia sul lavoro che sui rapporti di amicizia, non riesco a capire cosa succede quando incontro un uomo e dopo qualche mese se ne va. Io non ho molta stima di me e ho sempre bisogno di conferme da parte degli altri, do molto peso a quello che gli altri pensano di me nel bene e nel male e mi metto sempre in discussione per capire come migliorarmi ma sembra che questo non mi porti comunque a niente, Cosa posso fare sto perdendo le speranze

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta. E' difficile aiutarti senza conoscerti: certamente ci sono motivi per quel che ti succede, ma potrebbero essere molteplici. Dalle tue parole mi sembra che il filo conduttore sia un forte bisogno di essere amata dagli altri, probabilmente perché non ami te stessa e nemmeno ti piaci; questo ti porta anche alla dipendenza dalle opinioni altrui.
      Così a intuito, sembra che ti manchi un senso di identità (chi sono e cosa valgo), per cui sei sempre focalizzata all'esterno, in eterna ricerca di validazione, approvazione e amore (se non sei in grado di dare a te stessa amore e approvazione, continui a cercarli fuori ossessivamente). Forse questo ti porta anche ad essere dipendente e "appiccicosa" con gli uomini che frequenti; se è così, questo potrebbe essere un motivo per cui se ne vanno.
      Il problema è che se non mi piaccio e non mi amo, difficilmente piacerò molto agli altri. L'esterno riflette quel che siamo dentro: se mi trovo orribile, come può qualcuno trovarmi splendido? Per questo la guarigione avviene quando guarisco il rapporto con me stesso, non cercando all'esterno quel che mi manca dentro.
      Finché non sto bene con me, rimango un "pozzo senza fondo" che gli altri non riempiono mai, e da cui tendono ad allontanarsi.

      Quando parli di migliorarti, lo fai per te o per gli altri? Perché se lo fai solo per piacere agli altri, funziona poco. La motivazione del cambiamento deve venire da dentro, deve appassionarci. Se studio medicina solo per fare contento papà, è probabile che sarò uno studente mediocre e un medico scadente.
      Prova a leggere il post "Maschi attraenti e non: Alfa, Beta e bravi ragazzi " (luglio 2014), specialmente il capitolo "La sindrome del bravo ragazzo". Anche se lì ne parlo in chiave maschile, tu sembri avere molti tratti del Beta e della "brava ragazza".

      Infine, se dopo anni di terapia ancora non è chiara l'origine dei tuoi problemi, forse c'è da chiedersi se quella terapeuta sia adatta a te. Non si risolve tutto in un mese, ma dopo anni dovreste avere almeno chiarito le cause principali.

      Elimina
    2. Grazie mille per la risposta.... ho letto il post che mi ha segnalato e mi sono ritrovata in molti punti, ho capito che devo cambiare modo di vedere me stessa e adesso mi viene da chiedere come posso farlo?

      Elimina
    3. Potresti cominciare dal cambiare il tuo approccio: invece di cambiare per farti amare dagli altri, concentrati sul cambiare per stare bene con te stessa, per amarti come sei. Spostare il tuo focus dagli altri a te stessa, metterti al centro del tuo mondo.
      Poi, partendo da questa nuova prospettiva, scrivere in un quaderno le cose che vorresti cambiare in te e nella tua vita; prendi spunti - per esempio - dall'osservare te stessa, dall'incontro con gli altri o da ciò che leggi qui. Scrivile in positivo, come ambizione e non come critica: p.es. "Voglio essere più coraggiosa", invece che "Sono troppo paurosa" o "Devo essere meno bloccata".
      Quando vedi la tua terapeuta, puoi proporre questi argomenti come percorsi su cui lavorare, e discuterne con lei. Puoi anche cercare su Google articoli o libri che parlino degli obiettivi che vuoi realizzare (p.es. "come aumentare l'autostima" o "paura del giudizio"). Meglio capisci i tuoi problemi, più facile diventa affrontarli.

      Naturalmente, cambiare richiede tempo e impegno: quindi sii paziente con te stessa, e impara ad apprezzare ogni tuo piccolo progresso. Crescere è una strada lunga, ma ogni passo ti porta verso una vita più appagante :-)

      Elimina
  5. Buonasera. Premetto che sono d'accordo con quanto scritto, ma in ogni caso non sono riuscita a trovare una soluzione alla mia situazione. Il problema è che in questi anni (ho 18 anni) non c'è mai stato nessuno che si sia interessato veramente a me, che abbia cercato di conoscermi e abbia cercato un approccio. In quest'ultimo anno solo due ragazzi si sono "interessati", ma con entrambi non è finita bene; il primo era un amico di comitiva, ma era troppo diverso da me e dopo poco si è reso conto che effettivamente non avevamo nulla da condividere. Il secondo non lo conoscevo e dopo aver messaggiato per un po' di tempo, ci siamo visti due volte; pensavo che fosse andato tutto bene ed invece dopo la seconda uscita è sparito senza apparente motivo. A parte questi due ragazzi, mai nessun'altro ci ha provato con me e questo mi fa pensare che in me ci sia davvero qualcosa di sbagliato. In più sono stata male per quasi due anni a causa di un rifiuto che mi ha devastata. Questa situazione mi fa stare malissimo; vorrei incontrare qualcuno, ma non ne ho mai l'occasione. Nonostante io esca spesso, non c'è mai nessuno che mi noti e che cerchi in qualche modo un contatto con me. Mi sento davvero sbagliata rispetto a tutte le mie coetanee che sono fidanzate o che comunque frequentano sempre qualcuno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel tuo commento mi colpisce il bisogno che siano altri ad interessarsi a te e volerti.
      Sembri non considerare l'ipotesi di essere TU a scegliere qualcuno che ti interessa, approcciarlo ed invitarlo ad uscire. Come si dice, se la montagna non va da Maometto, può essere Maometto ad andare alla montagna :-)
      Sai, restare passiva e in attesa (come tu sembri fare) non è un atteggiamento invitante. Psicologicamente ti mette anche in uno stato di "impotenza" (essere in balia delle scelte altrui).

      Il mio suggerimento è di uscire dal "guscio", andare incontro agli altri, incontrare molte persone in situazione diverse, lasciarti guidare dai tuoi desideri (quando qualcuno ti ispira), e accettare il rischio di agire ed esporti.
      Magari le cose non andranno sempre come vorresti, ma così facendo è molto probabile che qualcosa in te si sblocchi e si evolva, portandoti nuove opportunità.
      Ricorda che senza azione non si creano risultati :-)
      (vedi anche il post "Il prezzo della felicità è agire" - luglio 2014)

      Elimina
  6. Sono un ragazzo di 18 anni.
    Leggere queste notizie mi ha fatto bene, sto passando un periodo in cui sento di non essere cercato da nessuno.
    Ogni giorno spero di trovare una persona, magari avere una relazione ma nulla. Sono stato rifiutato più volte, ho avuto 3 storie serie, ma ridicole perché sono durate poco(3 mesi massimo) e non sono riuscito a superare momenti in cui mi sentivo talmente preso da quella persona, che cambiavo il mio comportamento preoccupandomi per cose senza senso.
    Non ho nulla che non va, ma sono troppo sensibile e ascolto troppo il giudizo degli altri. Cerco di essere positivo, ma come posso farlo se non mi capita mai nulla di interessante...
    Nel sedurre faccio schifo e questo alimenta il mio pessimismo, che mi porta a credere di fare schifo.
    Do troppa importanza al passato e alle relazioni che ho avuto. Tendo ad essere sempre frettoloso, e per questo motivo ho allontanato una ragazza che sembrava interessata. Durante il giorno sento il peso della monotoni.
    Faccio palestra 3 giorni a settimana, gli altri giorni esco, ho molte amiche e anche conoscienti che mi dicono che vanno dietro a ragazzi che hanno visto per caso, io invece che cerco di farmi notare, non ho ammiratrici. Ora tendo a nascondere queste cose, anche se sento il peso nel farlo.
    Canto per liberare la frustrazione che non riesco a liberare con le parole. E ho il continuo bisogno di sfogarmi con una persona perche solo sento di non farcela.
    Tutto questo mi ha portato a questa pagina.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Permettimi di essere franco: vedo diversi problemi nel tuo modo di ragionare, te li elenco (sapendo di potermi sbagliare) non per criticarti, ma per darti degli spunti da cui partire.

      - Intanto, a 18 anni non puoi aspettarti di combinare chissà cosa con l'altro sesso. E' vero che alcuni ci riescono, ma la maggior parte no. Tutti veniamo rifiutati tante volte (ricevere un sì 1 volta su 10 è giù un successo). Datti tempo per crescere e migliorare.

      - Sembra che non sai apprezzare i tuoi risultati: tre storie serie, una relazione di tre mesi, non sono risultati ridicoli, sono già buoni risultati iniziali. Pensa a chi ha 30 anni e non ha avuto mai nessuna relazione (esistono). La gratitudine (apprezzamento per quel che hai, e quel che ricevi dagli altri) è fondamentale per ottenere ancora di più: non è che non hai saputo apprezzare le relazioni che hai avuto?

      - Ho la sensazione che cerchi una relazione anche perché speri che una ragazza ti faccia sentire bene, ok, degno, meritevole, e quindi attenui il tuo senso di valere poco, di essere inadeguato. Purtroppo funziona al contrario: quando non ti piaci nessuno ti vuole; invece più ti piaci e stai bene con te, più attrai e sei apprezzato dagli altri.
      Vedi ---> Accetta quello che sei

      - Direi che pretendi troppo da te stesso: preoccuparsi per cose senza senso, non saper sedurre, dare troppa importanza al passato e ai giudizi altrui, è normale per un essere umano (e tantopiù se giovane). Si può migliorare in quel senso, ma serve tempo e impegno per evolversi; disprezzarti non ti aiuta, piuttosto applicati nel migliorare (scegli un tuo limite, e lavoraci su).
      Vedi ---> Come migliorare te stesso

      - Mi pare che assumi un atteggiamento passivo: aspetti di "essere cercato", speri che le ragazze "ti vengano dietro", o che ti capitino "cose interessanti"... ma nella vita le cose non arrivano per caso, accadono perché le facciamo accadere noi. Se vuoi una vita interessante, creala tu (leggi, impara, muoviti, incontra, esplora, aiuta gli altri, prova cose nuove, ecc.).
      Dici che "non hai ammiratrici". Mi sembra logico, tu ti senti "ammirabile"? Parrebbe di no. Se vuoi essere ammirato diventa una persona ammirevole, piena di qualità. La vita è "meritocratica", premia le persone ricche di qualità.
      Vedi ---> La vita funziona in modo darwiniano

      - Infine, sembri negare i tuoi limiti: dici che "non hai nulla che non va", ma direi che invece hai molti aspetti che non ti piacciono, o che non sono come vorresti. Il primo passo per vivere bene, è riconoscere i propri problemi, e poi si può iniziare a lavorarci su.

      Ti suggerisco un metodo semplice: fai un elenco di tutte le parti di te e della tua vita che vorresti migliorare, poi scegli le tre più importanti per te, e inizia a informarti su quei temi (articoli, libri, conferenze, corsi). Man mano che impari ed applichi quello che scopri, vedrai che pian piano otterrai risultati migliori.
      Quando sei abbastanza soddisfatto su quei temi, scegline altri dal tuo elenco, e prosegui.
      E' un gran lavoro e richiede tempo? Certo, ma se non lo farai rimarrai sempre come sei adesso.

      Ricorda: finché ti lamenti resterai soltanto immerso nella tua negatività. Quando agisci in modo costruttivo, spargi dei semi che poi porteranno dei frutti.

      Elimina
  7. Leggo come sempre i soliti triti e ritriti consigli, le solite identiche frasi che scrivono tutti gli psicologi: "Se non ami te stesso nessuno ti vorrà mai". Mah, conosco ragazzi bruttini e veramente schifosi dentro, che sparlano male di tutto e di tutti fidanzati con splendide ragazze innamoratissime. Come la mettiamo? Una persona che critica tutto e tutti non può amare se stessa. Eppure ha una bella ragazza innamorata di lui. Quindi i consigli sono sempre parole al vento. La verità è che puoi essere la persona più estroversa o più chiusa di questo mondo, ma se non ti è destinata l'altra metà della mela, resterai sempre a guardare. Parola di uno che ci ha sempre provato con tutte ma nessuna lo ha mai voluto eccetto come amico da approfittarsene. Non aggiungo altro perché le parole sono superflue.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tu confondi la regola con l'eccezione.
      Come quelli che dicono "Mio nonno ha sempre fumato e non gli è mai venuto il cancro, allora non è vero che il fumo è cancerogeno". Errore: il fumo E' cancerogeno, però accadono delle eccezioni.
      Le relazioni non sono una scienza esatta, con regole assolute; è un campo con tendenze e probabilità, mai certezze.

      > "Se non ami te stesso nessuno ti vorrà mai"
      Io non dico questo. Dico che non amarsi rende meno probabile l'essere amati.
      Di nuovo, niente certezze: solo maggiori o minori probabilità.

      > Una persona che critica tutto e tutti non può amare se stessa.
      Vero, in generale, ma può avere comunque qualità che altri apprezzano.

      Chi ha successo nelle relazioni è perché offre qualità che gli altri apprezzano; chi non ha successo, in genere è perché ha poche o nessuna qualità, oppure le ha ma non sa comunicarle (vedi post sul "Valore di Mercato Relazionale").

      > conosco ragazzi bruttini e veramente schifosi dentro [...]
      > fidanzati con splendide ragazze innamoratissime
      Evidentemente quei ragazzi hanno qualità che piacciono a quelle ragazze.

      > se non ti è destinata l'altra metà della mela, resterai sempre a guardare
      Il "destino" è un comodo alibi per le persone che non sanno - o non vogliono - creare la vita che vorrebbero.
      Così, invece di assumersi la responsabilità della propria vita, la scaricano sul "destino" (vedi post "Sei vittima o creatore?").

      > Parola di uno che ci ha sempre provato con tutte ma nessuna lo ha mai voluto
      Tipicamente, a chi va così è perché non offre quello che le donne vogliono. Se non hai le qualità che una donna desidera, perché mai dovrebbe volerti? Solo per farti un favore?
      Se una donna non ha alcuna qualità che a te interessa, mica la vuoi, no? Vale per tutti.

      Anche il fatto di "provarci con tutte", di solito indica un uomo che si comporta da "mendicante": che cerca di afferrare quel che può, ma non è davvero interessato a una donna come persona (e le donne lo sentono), cerca solo di prendere quello che lui desidera.

      > Quindi i consigli sono sempre parole al vento
      I consigli sono utili a chi è disposto a mettersi in discussione, e capire da dove nasce un problema.
      Per chi invece vuole solo piangersi addosso e dare la colpa agli altri, niente e nessuno potrà aiutarlo.

      Elimina
    2. Ma, in pratica, come si ama se stessi? L'amore non è una prassi da seguire: o c'è o non c'è (anche per sé stessi). Può suggerire un'azione concreta da fare, per amare se stessi? Grazie

      Elimina
    3. > Ma, in pratica, come si ama se stessi?
      E' un concetto difficile da spiegare. Un principio di base è trattare se stessi come si farebbe col proprio migliore amico.

      > L'amore non è una prassi da seguire: o c'è o non c'è (anche per sé stessi).
      Quello di cui parla lei è la passione, non l'amore (vedere il post "Cosa vuol dire amare").

      Si può imparare ad amare. Anche se stessi.

      > Può suggerire un'azione concreta da fare, per amare se stessi?
      Trattarsi con pazienza e gentilezza, non criticarsi o giudicarsi aspramente, accettare le proprie imperfezioni (pur desiderando migliorare), evitare le persone che ci fanno star male, apprezzare le proprie qualità e capacità, prendersi cura dei propri bisogni, cercare di realizzare i propri sogni.

      In concreto? Ogni volta che fa qualcosa di valido (anche minimo), si faccia un complimento.

      Elimina
  8. Buongiorno dottore e buongiorno a tutti. Sono approdata qui per caso e ho trovato l'articolo davvero utile e ben fatto! Leggendo le altrui experienze mi soon sentita meno sola, ma devo porle Alcuni quesiti: sono una Donna non piu' adolescente,vengo reputata interessante e originale eppure non c'e' verso Di andare oltre l'avventura Di una (o qualche) Notte...ho notato che lei ha suggerito Di chiedere agli uomini cosa non va...lo sa che ogni Volta in cui l'ho domandato ho ricevuto in cambio sempre LA stessa risposta? "Non lo so", " Non prenderla sul personals, sono io che son fatto cosi'"....insomma non sapere nemmeno LA motivazione e' brutto...le amicizie mi dicono -invece- che mi so puo' solo amare e che solo chi non mi conosce puo' allontanarsi da me...lei non puo' capire che dolore, sapere almeno I motivi sarebbe coatruttivo ma tutti tagliano I ponti e guai a spiegare! ...lei ha anche suggerito Di fare il primo passo e ho provato a fare anche questo, ma peggio che mai...prediche su prediche..."perched' ti umili facendo LA prima mossa?" Oppure "hai fatto bene" per poi sparire...forse l'amore o anche solo una relazione continuativa Di buon sesso non e' in regalo che LA vita fa a tutti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Benvenuta e grazie :-)

      > non c'e' verso di andare oltre l'avventura di una (o qualche) notte
      Potrebbe dipendere dal tipo di uomini che scegli?
      A volte ci fissiamo su un certo tipo di persone, che portano sempre allo stesso tipo di risultato. In questi casi, è importante renderci conto che siamo noi a creare quel tipo di situazioni con le nostre scelte (anche se inconsce).

      > ogni volta in cui l'ho domandato ho ricevuto in cambio sempre la stessa risposta? "Non lo so"
      Purtroppo spesso non sappiamo davvero perché qualcuno ci piace o meno; o non sappiamo spiegarlo.
      A volte invece lo sappiamo, ma non vogliamo ferire l'altro, quindi usiamo scuse o bugie pietose.

      Purtroppo è difficile trovare qualcuno che ti risponda sinceramente; ma chiedere offre comunque più possibilità che non chiedere mai.

      Anche le amicizie a volte non sono sincere, perché ci vogliono bene o perché non vogliono ferirci, quindi non ci dicono le verità scomode.
      Invece un vero amico ci dice la verità, anche quando fa male, perché sa che può esserci utile.

      > "Perche' ti umili facendo la prima mossa?"
      Mi sa che frequenti persone poco "luminose" ;-)
      Fare la prima mossa non è umiliante: è segno di forza, coraggio e coerenza.
      Chi non fa mai la prima mossa è un vigliacco/a.

      > forse l'amore o anche solo una relazione continuativa
      > di buon sesso non e' un regalo che la vita fa a tutti?
      No, temo che la vita non preveda questi tipo di "regali"! ;-D
      Nel senso che non sono cose che possiamo aspettarci come diritto, né dare per scontate. Non esiste il "diritto" ad essere amati: altrimenti qualcuno avrebbe il "dovere" di amarci (e questo ovviamente non ha senso).

      La vita è "darwiniana", cioè premia i più adatti e quelli con le migliori qualità e capacità.
      La buona notizia è che possiamo sempre migliorare le nostre qualità e capacità, e quindi ottenere migliori risultati.

      Elimina
    2. Che cosa significa "scegliere un certo tipo di uomo"? Una donna (si spera) sceglie chi l'attrae...
      Si può anche rifiutare una persona che ci piace, ma non consideriamo giusta per noi; ma andare con uno "giusto" che non ci piace è repellente (almeno per me)

      Elimina
    3. > Una donna (si spera) sceglie chi l'attrae
      L'attrazione può ingannarci. Bisogna imparare ad andare oltre gli impulsi istintivi, altrimenti si sarà sempre in balia della nostra parte primitiva o di meccanismi inconsci.

      E' un po' come col cibo: d'istinto siamo attratti da cibi poco sani (ricchi di zuccheri, grassi, sale). Per restare sani dobbiamo imparare a scegliere altri cibi, magari meno attraenti ma più nutrienti.

      Certo si può preferire seguire sempre gli impulsi e gli istinti. Poi però non ci si deve stupire se i risultati (relazionali o di salute) sono ben diversi da quelli che vorremmo.

      Elimina
  9. La ringrazio, ma per fortuna in amore la teoria darwiniana non dovrebbe sussistere...tant'e' vero che la gente spesso viene amata per i propri difetti...mi sembra crudele definire "incapace" chi non trova l'amore...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > in amore la teoria darwiniana non dovrebbe sussistere
      Forse c'è un equivoco. Io non parlo di quello che deve o dovrebbe accadere, di cosa è giusto o sbagliato: parlo della realtà e di come funziona. Che ci piaccia o no.

      Le cose non accadono per caso: se una persona non viene amata, c'è sempre qualche motivo. A volte questo motivo è la mancanza di determinate qualità, o la presenza di certi difetti; può sembrare crudele, ma è così che funziona.

      Elimina
  10. Sono sempre io...le giuro, la ringrazio nuovamente,ma -davvero- non e' pericoloso dire che ce la fanno solo I piu' "capaci"? Capaci in cosa? L'amore non e' forse irrazionale? E poi mi scusi, ma io le ho chiesto anche come mai io non riesca ad avere una storia di sesso duraturo che vada oltre una sola sera...lei crede io sia incapace in qualcosa? Come fare a scoprire in cosa se tutti - e dico tutti- ripetono che non ho nulla che non va?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > non e' pericoloso dire che ce la fanno solo I piu' "capaci"?
      E' più pericoloso credere all'illusione che tutti possono essere amati allo stesso modo... perché poi a certe persone non accade, e non capiscono perché.
      Per riuscire nella vita, bisogna capire come funziona, le sue "regole". Se non sappiamo come funziona, ci muoveremo a caso o secondo principi errati, e quindi finiremo sempre per fallire.

      Per esempio, chi crede alle bugie romantiche sull'amore rimane spesso confuso e deluso, ma continua a ripetere gli stessi errori perché si basa su illusioni.

      > Capaci in cosa?
      Capaci di fare quello che serve nelle varie situazioni, con le varie persone."Capace" vuol dire "In grado di essere efficace".
      Nelle relazioni, conta la capacità di dare al partner quello di cui ha bisogno per stare bene; se non glielo so dare, non vorrà stare con me.

      > L'amore non e' forse irrazionale?
      L'amore è fenomeno emotivo, quindi per molti versi irrazionale, ma non è casuale né insensato. C'è sempre un motivo per le nostre scelte sentimentali, anche quando non lo conosciamo.

      > io le ho chiesto anche come mai io non riesca
      > ad avere una storia di sesso duraturo
      Non le ho risposto perché non posso saperlo. Non sono un indovino :-)
      Dovrei conoscerla per capire i motivi della sua situazione. Non è una cosa semplice - perché gli esseri umani sono creature complicate.

      > Come fare a scoprire in cosa se tutti - e dico tutti-
      > ripetono che non ho nulla che non va?
      In effetti è un problema, ma io non posso aiutarla senza conoscerla.
      Le ci vorrebbe un buon amico che la conosca, che sappia capire le persone, e che sia disposto ad essere sincero. Oppure un terapeuta (psicologo, counselor...).

      Quando le cose non funzionano, qualcosa che non va c'è per forza - ma spesso non è facile capire cosa sia.

      Elimina
  11. ...le faccio un esempio: sono considerata una persona empatica e sensibile, gli uomini con me si sentono a loro agio...al punto che qualche amicizia mi ha definita troppo "accogliente"...non "facile" attenzione, bensi' -come dire- "buona", ed espansiva...sono un tipo sorridente, ho molti hobbies...questi sono forse difetti? Ho incontrato o uomini che con me si son divertiti a fare I "perversi", mentre con altre hanno avviato una storia seria,oppure uomini che senza ragione rimangono single ma non intendono procedere con me neanche per gioco...sfortuna?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La sfortuna non c'entra, specialmente se certe situazioni si ripetono.

      > ... sono un tipo sorridente, ho molti hobbies... questi sono forse difetti?
      Certo che no, anzi.
      Però lei mi parla delle sue qualità, di quello che si vede chiaramente... mentre spesso il problema è in quello che non diciamo, o che non si vede. Spesso è nascosto nell'inconscio. Per questo a volte ci vuole uno specialista per capirlo, proprio come a volte serve un meccanico per individuare un guasto non ovvio.

      Il limite di quando facciamo domande su Internet, è che diamo informazioni molto limitate e superficiali, che non permettono di capire davvero la situazione.
      Come le ho già detto, è possibile che lei scelga (inconsciamente) sempre un certo tipo di uomini; oppure che adotti dei comportamenti che li fanno fuggire.
      E' probabile che il problema non sia ovvio, altrimenti i suoi amici l'avrebbero notato. Per scoprirlo serve forse uno specialista con cui parlare direttamente, che esplori la sua psiche.

      Elimina
  12. E se sei un tipo desiderato, ambito e conteso dalle donne, e però tutte quelle rarissimee volte che ti innamori (3 in 48 anni nel mio caso) ti tocca scoprire che proprio quell'unica tra cento che speri possa diventare la donna della tua vita... ti respinge?
    Non credo sia il caso di arrovellarsi su autosabotaggi inconsci o roba simile. Quando per una vita intera accade così, la gente di buon senso adopera un termine tecnico molto semplice: sfiga.
    E anche se nell'articolo non se ne parla, esiste, eccome.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > E se... quell'unica tra cento che speri possa diventare
      > la donna della tua vita... ti respinge?
      Evidentemente non era la donna della sua vita :-)

      E' semplice: se una donna non mi vuole, non può essere quella giusta per me: perché una relazione sana è basata su un amarsi e volersi reciprocamente. Se non c'è reciprocità, non c'è nemmeno la relazione, o c'è una relazione squilibrata e infelice.

      Quanto alla "sfiga", io la vedo così: se un evento capita una volta può essere un caso; se capita due, può essere una coincidenza; se capita tre volte, allora c'è qualcosa sotto.
      Secondo me, la sfortuna è un alibi che molte persone usano per rifiutare la responsabilità della propria vita. Gli esseri umani tendono a porre all'esterno la causa delle loro sofferenze; diventa così facile ignorare quanto le nostre scelte contribuiscano alla vita che abbiamo.
      In fondo, chi ha scelto - ogni volta - proprio quella donna invece di altre? ;-)

      Quanto al "buon senso", spesso è sopravvalutato: il buon senso ci dice che la Terra è piatta, che il sole vi gira intorno, e ignora quello che non vediamo. Ma le cose invisibili (come i microrganismi, l'incoscio e l'energia) governano le nostre vite più di quanto pensiamo.

      Elimina
  13. Grazie per la risposta!
    Ma guardi che io non ho "scelto" di innamorarmi di queste donne. E' capitato. D'altronde se si potesse scegliere di innamorarsi di chi sappiamo in anticipo che ci ricambierà, sarebbe tutto più facile :)
    Sul fatto che essendo state ben tre non può trattarsi di un caso... mah! E' avvenuto a grande distanza di tempo (avevo 18, 26 e 37 anni), quindi a livelli molto differenti della mia... evoluzione psicologica, in contesti diversissimi e con persone che non avevano niente in comune, nè come aspetto fisico nè come carattere. Mi sembra quindi impossibile che i tre episodi siano collegati da qualcosa di simile a un filo conduttore, inconscio o meno. Avrebbe potuto se si fosse trattato in tutti i casi della stessa situazione, o dello stesso tipo di donna. Ma così non è stato.
    Insisto, per me è sfiga, punto. Del resto capita a tanti, non particolarmente complessati o brutti. "Shit happens" dicono gli inglesi :) Meglio tenerne conto, e essere umili, invece di pretendere di risolvere ogni problema. Certi non si risolvono, per quanto ci si sforzi. Basta farsene una ragione.Io me la sono fatta, e amen :)
    Inoltre mica è necessario essere accoppiati per essere felici, giusto? Nella vita esiste molto altro.
    PS Complimenti per il sito!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > io non ho "scelto" di innamorarmi di queste donne
      Ovviamente non volevo dire che le ha scelte consciamente.
      Però "qualcuno" le ha scelte. Non penso che siano capitate per puro caso, che poteva essere una qualsiasi. Se una qualsiasi andava bene, non ce ne sarebbero state solo tre in quasi 20 anni...
      Ma questa è solo la mia opinione :-)

      > Nella vita esiste molto altro
      Assolutamente sì. Godiamocelo! :-D

      Elimina
    2. Esiste altro, ma senza amore che vita è? Non raccontiamoci bugie!

      Elimina
  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certamente la tua storia è particolare. Anche se molti vivono "ferite" emotive simili alle tue (mancanza di amor proprio ed autostima, depressione, paura di non essere amabili...), nel tuo caso i problemi fisici aggiungono un ulteriore "peso" alla vita.

      A questo proposito, però, vorrei ricordarti che le menomazioni fisiche non sono un limite assoluto: diverse persone hanno avuto gravi menomazioni, eppure sono riuscite (con grande volontà, impegno e perseveranza) a crearsi delle vite positive ed appaganti.
      I primi nomi che mi vengono in mente sono Stephen Hawking e Alex Zanardi, ma ce ne sono molti altri - seppur meno famosi. In questi casi, l'ostacolo più grande è quello che pensiamo di noi stessi: se credi di valere poco o di essere finita, ti comporterai di conseguenza. Ma vale anche il viceversa: se credi di poter dare molto e non ti arrendi, supererai i tuoi apparenti limiti.
      Il futuro non è scritto: lo costruiamo noi con le nostre scelte :-)

      Quindi, ritengo che tu in realtà possa piacere a qualcuno (magari anche a persone dal carattere migliore di quelle che hai incontrato). Forse non a molti, ma a qualcuno sì. Ma per arrivare a questo, serve che tu ti prenda cura di te, che impari a credere alle tue qualità... ed anche uscire di più.
      Bisogna andare incontro al mondo, non si può aspettare che venga da noi ;-)

      Il fatto che tua madre ti abbia svalutata e disprezzata, non vuol dire che tutti gli altri faranno lo stesso. Lascia tua madre nel passato, e prova ad essere tu "madre" di te stessa (dandoti amore, apprezzamento e incoraggiamento).
      Non aspettare che siano gli altri a dirti che sei "degna": decidi tu per prima che lo sei.

      Elimina
  15. Se una persona non piace a nessuno, non ha una ragazza non ha amici, probabilmente al di là dell'aspetto soggettivo c'è qualcosa che non va nella persona. Viviamo in una società di apparenza e mediocre giudizio critico, è normale che la gente davanti al brutto o allo strano non si ferma a contemplarne le sfaccettature anzi lo evita, purtroppo più del violento, e costui è condannato a vivere nella solitudine più totale. Non parlo per ipotesi ma per esperienza, la più saggia dei maestri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > probabilmente c'è qualcosa che non va nella persona
      Infatti ho esaminato anche questa possibilità, specialmente al punto 8.

      > Viviamo in una società di apparenza
      E' sempre stato così. L'idea che "in passato era meglio" è una pia illusione. La bellezza ha grande importanza da sempre (anche perché è un fattore evoluzionistico), basti pensare al mito di Elena di Troia.

      > costui è condannato a vivere nella solitudine più totale
      No, se sviluppa altre qualità apprezzabili, e se sceglie di frequentare persone meno superficiali e più profonde. Certo non accade per mero desiderio, richiede tempo e impegno.

      > Non parlo per ipotesi ma per esperienza, la più saggia dei maestri
      Purtroppo l'esperienza personale è spesso ingannevole:
      - Perché non è statisticamente significativa (se qualcosa capita solo ad uno su un miliione, a livello generale è irrilevante).
      - Perché viene interpretata soggettivamente (e spesso distorta) da chi la vive.
      Spesso usiamo la nostra esperienza come alibi, e ci "raccontiamo" una versione che ci protegge e rassicura, invece di stimolarci a crescere (p.es. quando diamo al mondo la colpa di quel che ci accade).

      Elimina
    2. Le sue risposte sono tanto convincenti quanto tristi... A volte anche sviluppare qualità apprezzabili non basta, parla un ragazzo di 22 anni che suona il pianoforte, sa disegnare e a due esami dalla laurea in matematica ma che non ha notato mai interesse da parte di ragazze, anche poco aggraziate. Non mi ritengo brutto, diciamo che la mia corporatura esile mi porta non pochi problemi con le ragazze, che magari preferirebbero un ragazzino con un fisico da uomo che non un uomo con il fisico da ragazzino. La mancanza di qualcuno accanto è cominciata a pesare soprattutto dopo il lutto di mio padre, da lì ho cominciato un po' a dare i numeri.

      Elimina
    3. Non conoscendola, ovviamente posso dire solo cose generali. Mi spiace che non le siano d'aiuto. Ma questo non cambia il problema della responsabilità personale: la felicità non ci viene regalata, ognuno deve crearsi la sua.

      Quando parlo di "qualità apprezzabili", intendo "apprezzabili dalle donne". Il piano, il disegno e la matematica non sono molto seducenti, specialmente a 22 anni.
      E l'età è forse uno dei suoi "handicap": intorno ai 20 anni le persone sono molto prese dall'estetica e poco dall'interiorità (gli ormoni dettano legge). Con gli anni questo dovrebbe migliorare.

      Inoltre, il proiettare "scarsa virilità" (come mi sembra di capire) certo non aiuta con le donne. Coltivare il proprio fisico, oltre alla mente (tramite sport o altre attività, come la danza), aiuta sia l'armonia del corpo che quella della psiche.

      Elimina
    4. La ringrazio molto per le risposte, cercherò di darmi da fare e forse con un po' di fortuna e impegno riesco a far qualcosa.

      Elimina
    5. Sicuramente riuscirai a migliorare la tua situazione. Non hai veramente idea delle tue potenzialità, una volta che inizi a svilupparle :-)
      I due elementi che servono sono impegno e tempo: vedilo come un investimento che fai per il futuro, in un'ottica di lungo periodo, come prendere una laurea. Studi per anni per arrivare ad un obiettivo distante ma meritevole.
      Probabilmente assomigli a com'ero io alla tua età: intelligente, sensibile, complessato. Ho iniziato ad ottenere risultati soddisfacenti dopo i 25 anni: ma ci sono arrivato anche grazie all'impegno profuso negli anni precedenti.

      Elimina
  16. ciao, mi sento trasparente, non mi vede nessuno, ne uomini ma nemmeno donne. sono così sola che nessuno mi vuole, nessuno mi invita ad uscire nemmeno i colleghi di lavoro. può spiegarmi perchè

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > può spiegarmi perchè
      Purtroppo non posso saperlo, senza conoscerti. Non sono mica un indovino ;-)

      Da ciò che scrivi, però mi sembra che tu abbia un grosso problema di autostima e identità debole; nel tuo profondo, ti senti forse insignificante e incapace, priva di valore, inutile?
      Vedi, il mondo tende a rimandarci quello che crediamo di noi stessi. Se tu ti vedi senza valore, anche gli altri tenderanno a percepirti in quel modo; quindi non avranno interesse a conoscerti.

      Magari è anche un problema di comportamento: se tu te ne stai chiusa in te stessa, senza esprimerti, tenendoti dentro quel che senti, risulti in effetti "trasparente" e "amorfa" agli altri. Magari hai talmente paura dei giudizi altrui che non mostri mai chi sei.
      E se non mostri chi sei (cosa vuoi, cosa ti piace, cosa pensi, cosa ti fa soffrire...) rimani "invisibile", assente, una non-presenza che nessuno nota.

      La chiave per piacere agli altri (non a tutti, che è impossibile, ma alle persone compatibili con noi), è di essere autentici: mostrando il proprio sé pienamente sviluppato, provochiamo reazioni negli altri. Siamo come una pietanza vivace e speziata, che alcuni adorano ed altri magari detestano - ma non suscitiamo indifferenza.
      Invece, se viviamo nella paura e nella chiusura, siamo come un cibo insipido che non attira nessuno.

      Forse quello di cui hai bisogno è uscire dal tuo "bozzolo", scoprire chi sei veramente e lasciarlo vedere al mondo.

      Elimina
  17. Non credo che il consiglio di non pretendere troppo sia corretto né tantomeno molto bello o rassicurante. Dovrei pensare che per ogni donna il bellone ricco rappresenti il massimo dell'appetenza e che per ogni uomo le modelle siano il massimo della desiderabilità. Sostanzialmente se non apparteniamo alle categorie stiamo certi che il partner ha giocato al ribasso, accontentandosi di noi. Ci si deve accettare per quello che si è, però poi se non sei una top model sarai destinata a essere di serie B per il tuo partner e viceversa se non sei un principe azzurro rappreseti una sorta di ruota di scorta...

    RispondiElimina
  18. Mi auguro che non sia così e che ci siano molte persone che nella vita di tutti i giorni diano con i fatti una smentita, perché sarebbe una realtà davvero molto triste in caso contrario

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La vita non si adatta alle nostre esigenze: quindi lamentarsene non serve proprio a nulla.
      Se vogliamo creare risultati, siamo noi che dobbiamo adattarci alla vita (che è immensamente più grande di noi).

      Qui non parlo di come dovrebbe essere la realtà, ma di come è (per come la vedo io). Dire che è bella o brutta, triste o non triste, è solo tempo perso perché non serve a niente.
      Riconoscere la realtà per come è ci aiuta ad usare il nostro potere. Invece lamentarsi alimenta solo un vittimismo infantile: "Povero me, il mondo non mi rende felice!".

      Elimina
  19. La mia esperienza è un po legata a questo concetto, io sono una ragazza molto forte e sicura di sé finché si parla di abilità, intelligenza, e cordialità perché non ho dubbi sul relazionarmi con le altre persone in ambito lavorativo o d'amicizia ed infatti ho buoni riscontri. Il mio problema nasce nelle relazioni sentimentali o meglio nella loro inesistenza: sin da adolescente non mi è piaciuto il modo in cui il mio corpo è cambiato,tra problemi di salute e sovrappeso( ora i primi risolti ),non mi sono mai considerata bella o desiderabile proprio perché sapevo che c'erano dei problemi che non mi facevano essere come avrei dovuto e quindi era impossibile piacere agli altri finché non li avessi risolti. Inutile dire che non ho mai attirato l'attenzione di nessun ragazzo ma non posso lamentarmene perché nemmeno io mi rendevo disponibile e in cuor mio non volevo che si avvicinasse nessuno perché mi vergognavo del mio aspetto. Ora ho 25 anni mi curo del mio aspetto e molti dicono che sono una bella ragazza ma il fatto di essere ancora sovrappeso( ma non eccessivamente, 10 kg in più) mi fa ancora evitare gli altri e dall'altra parte i ragazzi non sono minimamente interessati e non mi degnano di uno sguardo...la mia paura è che nessun uomo potrà mai volermi/desiderarmi soprattutto temo la mancanza di affetto e la mancanza di un interesse fisico che a mio parere riflette l'indifferenza che provano verso me come essere umano perché nessuno ha a cuore il mio benessere o felicità visto che non mi trovano carina;
    e nonostante stia bene da sola non è così che voglio il mio futuro, anche perché appunto non sono così male esteticamente e ragazze più brutte di me non hanno problemi simili e sono molto coccolate e "accudite", come io non lo sono mai stata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso assicurarti che i 10 kg in più non sono quello che tiene i ragazzi lontani da te: donne ben più "in carne" vengono volute e amate. E' anche possibile che ci siano ragazzi interessati a te, ma che tu non possa o voglia vederlo.

      Mi sembra che, nel tuo profondo, ci sia una convinzione tipo "Non sono degna d'essere amata", e questa condizioni il modo in cui vedi te stessa, gli uomini e il mondo. Potrebbe essere questa convinzione a tenere i ragazzi lontani, inducendoti a comportarti in modi che li respingono, spaventano o scoraggiano. In altre parole, il problema non è nel tuo corpo, ma è nella tua mente (inconscia).

      Sicuramente è possibile che tu incontri uomini interessati a te come essere umano e come donna. Ma perché questo accada, devi rimuovere le tue "resistenze" interne che tengono tali uomini lontani. Nelle tue parole vedo una grave "ferita di non amore": è quella che va curata e guarita, per cambiare la tua storia sentimentale. Non hai bisogno di cambiare il tuo aspetto, ma come vedi te stessa.

      Sarebbe utile una psicoterapia, anche breve, o un counseling. Se però vuoi iniziare ad esplorare questo tema da sola, potresti partire leggendo un libro come "La ferita dei non amati" di Peter Schellenbaum.
      Quando inizi a vedere con più chiarezza come i tuoi problemi "esterni" nascano da ferita "interne" (emotive, dell'anima), puoi cominciare a prendertene cura e guarire.

      Elimina
    2. La ringrazio tantissimo per la risposta,sono d'accordo con lei riguardo il mio atteggiamento ma vorrei che mi spiegasse cosa intende per : ferita di non amore,perché in fondo a livello inconscio mi sento così ma non ho un vissuto che lo giustifichi. In famiglia siamo molto legati e anche affettuosi e non posso certo dire di non essere stata amata da loro,in amicizia non sono stata fortunata ma la cosa non mi ha ferita più di tanto,non avendo avuto storie non posso dire di aver sofferto per essere stata lasciata quindi perché mi sento ferita e non amata?

      Elimina
    3. Premetto che io non ti conosco, quindi ogni mia ipotesi potrebbe essere fuori luogo.
      Però ciò che hai detto di te esprime un senso di non valere, di non poter essere voluta né amata; di solito queste convinzioni negative nascono da ferite emotive dell'infanzia.
      Se ricordi la tua infanzia come serena e amorevole, vedo alcune possibilità:
      - Sei stata amata, ma in un modo non del tutto "sano" che ha creato dei problemi.
      - Hai vissuto eventi negativi che non ricordi più.
      - La ferita di non amore, o il tuo sentirti non degna d'amore, nascono da altre cause (che non so immaginare).

      Così da lontano non so dire di più. L'unica cosa che so, è che quel senso di non valere non nasce dal nulla: qualche ragione ci deve essere. Per scoprirla può essere necessario l'aiuto di un bravo terapeuta, perché in genere bisogna scavare nell'inconscio per portarla alla luce.

      Elimina
  20. Ciao,
    sono un ragazzo di 16 anni, andando a scuola incontro molte persone, ma con tutti i miei coetanei con cui parlo dopo un po' tendono a evitarmi o mi evitano ancor prima di conoscermi (questo succede da quando ho 13 anni). Io sono un ragazzo timido e non credo molto in me stesso, però da 2-3 anni sto andando da una psicologa, e grazie a lei, mi sono molto aperto nelle relazioni, ma la bassa autostima e le difficoltà che ho a scuola per creare una relazione stabile o semplicemente qualcuno con cui parlare ogni giorno del più e del meno, tendono a chiudermi ancora di più. Dicendogli questo gli volevo chiedere se poteva darmi un consiglio su come fare a migliorare questo lato di me, visto che tutte le persone che mi stanno accanto (la mia famiglia e la "mia" psicologa) mi dicono che è una cosa che devo fare da solo ed io me ne rendo conto, ma trovo queste difficoltà come un muro invalicabile.

    La ringrazio in anticipo per avermi dedicato il suo tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > come fare a migliorare questo lato di me
      Ovviamente è un discorso complesso, quindi non ho soluzioni facili.
      Uscirne richiede un percorso di crescita e sviluppo, che include anche l'aiuto di altre persone. E' un po' come "ristrutturare" la propria personalità: si demoliscono parti vecchie o disfunzionali, e si ricostruisce.
      Vedilo un po' come prendere una laurea: ci vuole tanto impegno e tempo, ma poi ti apre nuove prospettive :-)

      "Devi farlo da solo" nel senso che nessuno può farlo al posto tuo (non posso crescere io per te), ma al tempo stesso hai anche bisogno di aiuto esterno. Che sia nella forma di libri, conferenze, corsi, siti o di terapeuti, il supporto di altre persone è essenziale.
      Quindi va benissimo rivolgersi alla psicologa, come a qualsiasi fonte che possa darti spunti e informaizoni per chiarire meglio i tuoi problemi e come superarli. Il "muro" di cui parli è anche dovuto alla scarsa comprensione dei tuoi problemi, e l'aiuto di esperti serve anche a fare chiarezza.
      Problematiche come la tua sono radicate tra le pieghe oscure dell'inconscio, e farvi luce richiede conoscenze non comuni. La maggior parte delle persone non ha idea di come funzioni la psiche, e spesso offrono soluzioni banali o inutili.

      Infine, è probabile che alla tua scarsa autostima abbia contribuito la famiglia stessa. Se quando dicono "devi fare da solo" intendono "Non è un problema nostro", forse stanno negando la propria responsabilità.
      Se il tuo ambiente familiare è tossico, o comunque contribuisce a rafforzare le tue insicurezze (mnetre dovrebbe fare il contrario), considera che pian piano sarà meglio per te allontanarti dalla famiglia, e puntare sulla tua indipendenza. Nella nostra cultura la famiglia viene celebrata... ma si dimentica che spesso i problemi psicologici nascono proprio da essa.

      Elimina
  21. io trovo che nell'analisi proposta sia esposta infondo sotto sotto tante considerazioni una verità a cui si giunge certo prima o poi con l'osservazione e la riflessione pero' "parolerei" diversamente questo come altri psicodrammi. Infatti tutti questi fenomeni diciamo relazionali evidenziano la sostanziale indifferenza e fastidio, mistificazione nei confronti di una cultura dell'amore e il pre-confezionamento, vero e reale,di identità personali che non necessariamente non portano le relazioni qui considerate ottimali al fallimento, magari alla lunga o a ben osservare dal punto di vista della realizzazone di un piano di amore, parola che crea indubbiamente molto imbarazzo se non completa ripugnanza e rivolta quasi. Qui mi pare sia piuttosto questione di strategie che ahimè sono molto improbabili in un mondo in cui quella parola ha pochissimo senso e interesse per la stragrande maggioranza, come ben detto i criteri considerati ottimali sono altri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sinceramente, dopo aver riletto almeno tre volte, ancora non ho capito cosa volevi dire... :-)

      Però osservo che, quando qualcuno fa discorsi molto cerebrali e arzigogolati (come direi è questo caso), spesso c'è dietro una difficoltà a vivere nelle emozioni e/o nel corpo (quindi si fugge "nella testa"), oppure c'è la tendenza ad attaccarsi ad ideali elevati invece di rapportarsi con la realtà per come è.

      Elimina
  22. Io non sono d'accordo con i consigli espressi. L'amore è un sentimento che provi o non provi. Punto. Nella mia vita ho amato diversi tipi di persone: insicure, belle, sicure, brutte, che si amavano, che non si amavano. Non perdete tempo con gli psicologi, che hanno i loro numerosi problemi relazionali e ve li fanno venire doppi e tripli. Uscite e vivete. Come siete siete. Nessuno ha la verità in tasca. L'autostima cresce non da soli, ma nell'amore e nelle conferme che l'amore stesso ti comunica.

    RispondiElimina
  23. Io trovo che il contributo sia molto interessante. Mi ritrovo praticamente in tutti i meccanismi (eccetto il 1°) :-)
    Mi interessa come sia possibile affrontare il 2: potrebbe fare degli esempi per analizzare più in profondità i propri bisogni e non restare imbrigliati in "etichette" banali?
    Premetto che, dopo anni di psicoterapia, ho imparato a "venire a patti" con certi miei difetti e probabilmente a lavorare su quei lati di me che non funzionano e che invece vorrei che funzionassero. Sono ancora in difficoltà nella riflessione su esigenze e bisogni più complessi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > "Mi interessa come sia possibile affrontare il 2"
      Purtroppo la risposta è dentro di te, io non posso saperlo :-)
      Bisogna porsi domande, immaginare situazioni, ascoltarsi, percepire le proprie reazioni. Provare ad analizzare le esperienze precedenti: cosa ci ha fatto star bene, e cosa invece male.

      Puoi chiederti cosa ti fa sentire apprezzato, amato, importante, appagato.
      Puoi osservare delle relazioni altrui (film, romanzi, racconti di amici), e vedere che reazioni ti suscitano le varie situazioni.

      > "Sono ancora in difficoltà nella riflessione su esigenze e bisogni più complessi"
      E' un lavoro di "scavo" alla ricerca del Se stesso più autentico.
      A volte abbiamo paura di scoprirlo. Altre volte non vogliamo vederlo perché lo giudichiamo male, se ci hanno insegnato che non va bene come siamo.
      Spesso veniamo "addomesticati" da chi ci ha cresciuto, e ci è difficile ribellarci.

      Potresti scoprire che desideri cose che altri ti hanno detto che sono "sbagliate", o prive di valore, ma che fanno comunque parte della tua natura. Bisogna imparare a lasciar andare insegnamenti altrui (specialmente dei genitori) che non ci corrispondono.
      Per esempio mia madre mi diceva di trovare una "brava ragazza": ma io ho scoperto che trovo le "brave ragazze" noiose ;-)

      Elimina
  24. Articolo molto interessante, letto più e più volte... senza però aver trovato alcuna via d'uscita :P.
    Provo a spiegare qui la mia situazione: ho quasi 29 anni, e ... nessuna relazione. Bene, c'è chiaramente qualcosa che non va.
    Se negli anni passati (adolescenza fino ai 23-24 anni) il problema era il non piacermi, con annessi comportamenti "negativi" che non facevano altro che allontanare gli altri (lamentarsi, essere negativo, etc.), ora mi sento molto più sicuro di me, accetto come sono, e ne vado fiero.
    Quello che mi blocca, però, è proprio il non aver mai avuto una relazione: non ho idea di come comportarmi per "crearne una". Quindi sostanzialmente il punto 5 è un grosso problema.
    Sono impacciato, un disastro nell'approccio, e sapendolo quindi finisco con non provarci neanche. E se ci provo, lo faccio in maniera impaurita e/o poco concreta. In particolare, con la paura di essere troppo invadente, quindi spesso "lancio il sasso nascondendo immediatamente la mano": spero in cuor mio di ricevere un feedback immediatamente positivo dall'altra persona, e se non accade lascio stare subito. Quindi finisco per fare dei tentativi ridicolmente miseri, spesso celati dietro battute o frasi ironiche, e mi aspetto di essere ricambiato e di "iniziare una relazione" così. Ovviamente, conscio di non avere possibilità di successo. Il punto è: come iniziare a prendersi più sul serio e lavorare per essere più efficaci e consistenti nella seduzione?
    Grazie, e chiedo scusa per la lunghezza del commento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Complimenti per la tua onestà e per la tua evoluzione. E' importante prendersi cura di se stessi, e il tuo averlo fatto ti mette già in buona posizione. Ma, come tu stesso riconosci, c'è ancora del lavoro da fare :-)

      Da quel che scrivi, pare ovvio che hai ancora una bassa opinione di te stesso (almeno sul piano relazionale). Se io credo di valere poco o nulla (agli occhi altrui), approccerò gli altri già convinto di fallire, e mi comporterò di conseguenza.
      Forse hai coltivato la tua autostima in altri settori, o forse fatichi a riconoscere la tua insicurezza ancora presente (a volte ci convinciamo di essere ok, per non soffrire, ma i nostri comportamenti rivelano la nostre vere convinzioni profonde).

      Potresti seguire una strategia su due binari:
      1. Essere completamente onesto con te stesso e riconoscere ogni paura, fragilità e insicurezza che ancora ti influenza (non puoi risolvere un problema che non vedi o che neghi). Anche quando ti approcci, ascolta le tue emozioni nel momento e cosa rivelano. Quando identifichi paure o dubbi, puoi lavorarci sopra per attenuarli.
      2. Continuare a migliorare te stesso - in generale, e in particolare il tuo valore sul "mercato relazionale". Per esempio imparare cosa piace alle donne, e sviluppare tuoi potenziali che le donne possono apprezzare.

      Sei ancora giovane, ed è evidente che tu sia una persona con buone qualità. Potresti già ora essere "appetibile" per certe donne, ma è difficile che questo accada finché ti auto-saboti o sei condizionato dal terrore del fallimento.
      Quindi puoi vedere questo tema come un "work in progress", su cui c'è ancora da fare, e vivere i tuoi approcci come esperienze da cui poi trarre insegnamento (Cosa ho sbagliato? Che paura mi ha condizionato? Cosa avrei potuto fare diversamente?). Con questo approccio ogni esperienza ti porterà qualcosa di buono, comunque vada.

      Infine, un suggerimento di seduzione: prova a fare meno, e parlare meno. Le persone nervose spesso tendono a esagerare e strafare. Inizia una conversazione, e poi lascia che sia lei a parlare (magari incoraggiala facendo domande). Puoi seguire queste tecniche per piacere agli altri.
      E dai tempo al tempo; lascia che le cose si sviluppino senza fretta :-)

      Se vuoi approfondire questi argomenti con me, puoi chiedermi un colloquio.

      Elimina
  25. Innanzitutto grazie per la risposta.
    Sì, sono cosciente del fatto di avere una bassa autostima (seppur "nascosta") dal punto di vista relazionale; me ne accorgo dai pensieri remoti che si affacciano quando provo ad approcciare. Non a caso, spesso desisto.
    Inoltre, ho notato di avere un blocco anche a livello di espressione dell'interesse verso una ragazza: faccio fatica ad esprimere un interesse anche ad i miei amici, o ad eventuali amici in comune che potrebbero farmi conoscere la ragazza in questione. Credo sia dovuto proprio al pensare , nel profondo, di "non essere appetibile".
    Inoltre, vivendo in una piccolissima realtà, ed essendo un ragazzo che trascorre gran parte del proprio tempo a casa (lavoro da casa), ho anche difficoltà ad espandere le possibili conoscenze e fare nuove esperienze.
    Come affrontare situazioni del genere? Ci sono dei consigli concreti per uscire da questo limbo?

    Grazie ancora!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembra che hai una convinzione di "non valere" e/o "non meritare amore", o cose del genere.
      Non sono pensieri veri e propri, ma piuttosto convinzioni profonde, ferite emotive radicate nell'inconscio (che ovviamente producono anche pensieri e azioni conseguenti). Per cui con la sola forza di volontà (che opera solo sul piano razionale), non se ne viene fuori.

      In genere sono prodotte da esperienze familiari o infantili negative, che ci plasmano e rimangono ben incise in noi (ma, appunto, nell'inconscio, per cui non ne abbiamo chiarezza).
      Per uscirne serve un lavoro di scavo, esplorazione, consapevolezza e trasformazione dell'immagine di sé. Un po' come "ristrutturare" una casa :-)

      Spesso serve l'aiuto di un buon terapeuta per compiere progressi significativi. Però puoi iniziare questa esplorazione anche in autonomia, per esempio leggendo libri che trattano proprio di queste ferite (in cui quasi sicuramente ti ritroverai).
      Due testi che ho trovato profondi e trasformativi sono:
      - "Donne che amano troppo" di Robin Norwood (vale anche per gli uomini).
      - "La ferita dei non amati" di Peter Schellenbaum.

      Potrebbe anche esserti utile confrontarti con persone che hanno difficoltà simili alle tue. Ti segnalo due forum validi dove si parla anche di relazioni e crescita personale:
      - Italian Seduction
      - My Help

      Purtroppo non sono problemi che hanno soluzioni facili o rapide (e chi le offre, di solito è un bugiardo o vuole spillarti soldi).
      Bisogna accettare di doverci investire tempo e impegno.

      Elimina
    2. Potresti anche trovare elementi che ti riguardano nelle sezioni dedicate a "maschi Beta" e "bravi ragazzi" nel post sugli uomini Alfa e Beta.

      Elimina
  26. Salve io arrivato a meta ho letto la seguente frase : non a tutti possiamo piacere , ed e vero . Pero mi innervosisco perche se su 10 xsone non sette miliardi ( tutti ) non piacciamo a 10!in qst caso vuol dire tutti !! Potremmo chiarire il concetto ? Gentilmente

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che hai scritto mi è poco chiaro.
      Comunque, il concetto è questo: Nessuno può piacere a tutti; però alcuni non piacciono a nessuno (che è il tema del post). Non vuol dire che tutti possono piacere a qualcuno.

      Quando non piaciamo a nessuno, vuol dire che c'è in noi qualche problema od ostacolo che porta gli altri ad ignorarci o allontanarsi.
      La soluzione sta nell'identificare questi problemi, e superarli.

      Essere voluti o amati non è un diritto. Veniamo voluti e amati in base alle qualità che offriamo agli altri.
      Quando nessuno ci vuole, la cosa da fare è eliminare i fattori che allontanano gli altri, e sviluppare qualità che li attraggano.

      Elimina
  27. Salve, le scrivo questo messaggio in preda alla disperazione e alla depressione. Inizio con un'affermazione che può sembrare superficiale, ma che mi devasta per la mancata possibilità che sembro avere. Ho 24 anni, e non sono mai stata amata se non da 3 ragazzi il cui "valore di mercato" era oggettivamente inferiore al mio, e anche alla media: ragazzi esteticamente brutti di intelligenza media. Lei stesso parla di darwinismo relazionale: eppure perchè io ottengo sempre meno rispetto al mio "valore sociale"? Ho frequentato compulsivamente ragazzi, fin troppi, e non me ne è mai andata bene una. Le dinamiche sono assurdamente paradossali, e devo spiegare il motivo di questo gap: la gente mi vede molto bella (faccio la modella), sono cognitivamente plusdotata (QI accertato a livelli Mensa, 140), ho molti talenti artistici in cui spicco (scrittura, in cui ho vinto premi, e canto in primis), avevo un rendimento universitario di 30 e lode in filosofia, sono dannatamente ironica (vorrei scrivere una sit com, la gente ride molto con me), consapevole e ipersensibile. Tutto questo è sempre stato riconosciuto, e ciò mi provoca una rabbia immensa dato che non basta mai e non ho mai avuto nemmeno una relazione appagante con uno che mi piacesse. Devo ammettere anche delle limitazioni della situazione: io non riesco a conoscere gente dal vivo, poichè nessuno mi approccia. Non capisco il perchè, la gente con cui parlo non si capacità di ciò. Ho lineamenti troppo duri, troppo da snob? Non so, io sono tranquilla quando esco, ma probabilmente emano una vibe discorde. Quindi sono costretta a iscrivermi su delle app di incontri, dove ricevo tantissimi messaggi ma incontro gente perlopiù incostante e su cui ispiro attrazione perlopiù sessuale: anche se è rafforzata da quella mentale, sono ragazzi perlopiù pulsionali e non emotivi (ho un profilo con foto di shooting sensuali, seppur non volgari. Forse questo non aiuta nella mia ricerca). Eppure ho un mondo interiore ricchissimo: possibile che sia così incompresa? Sono davvero "troppo" come mi reputano le persone che conosco? Perchè la fascinazione che emetto è inversamente proporzionale all'amore che potrei infondere? Poi vi è un altro problema di mezzo: quando incontro i rari che rimangono, che perlopiù non apprezzo, sfogo su di loro la mia frustrazione e divento reattiva. Oppure se capita il raro frequentante che mi piace (uno ogni due anni se va bene), lo vedo emotivamente distaccato e divento pressante. Forse in questo ultimo caso non so aspettare, ho questo problema di voler tutto subito come nei film americani. In più non capisco quali siano le giuste distanze da prendere con le persone: o chatto troppo o troppo poco. Riassunto: non mi approccia nessuno. Con i tipi da social non dura nulla. Chi rimane è raro, perlopiù non mi piace. Con chi rimane espongo la mia reattività da disturbo borderline. Cosa dovrei fare, oltre a migliorare questo aspetto? Cambiare ambiente, e magari trovare un contesto artistico? Ora sono traumatizzata, ho subito troppi abbandoni e non mi sento amabile per più di un mese. Nessuno si impegna con me. Spero solo di non essere l'unica ragazza "total package" con questo problema. Mi sembra di essere sottovalutata in qualche modo e pensare di non essere sola mi allevierebbe il peso di molto. Non è possibile vivere in questo modo. Grazie in anticipo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Onestamente il tuo commento sa di trolling ("Sono meravigliosa ma non trovo nessuno!"), ma voglio concederti il beneficio del dubbio :-)

      Capisco il tuo disappunto e frustrazione, ma la tua situazione ha delle spiegazioni:
      A) La prima appare evidente: certi tuoi comportamenti ("divento reattiva", "divento pressante") allontanano le persone di qualità (che sanno di poter trovare di meglio), e invece vengono tollerate da quelli più scarsi (che però non piacciono a te).
      B) Un'altra sembra paradossale, ma il fatto che tu abbia tutte quelle qualità (bellezza, intelligenza, cultura, ecc.) può mettere in soggezione molti uomini che non ci provano o si allontanano (nella paura di risultare inferiori e venire scartati brutalmente). E magari, come dici, emani vibrazioni che scoraggiano.
      Di fronte ad una donna del genere, chi ci prova sono di solito due categorie: gli uomini molto sicuri di sé (che però malsopportano la "borderline"), e gli stronzi che ci provano sempre e puntano solo al sesso.
      C) Una terza ipotesi è che tu possa avere delle problematiche psicologiche (autostima fragile, ferite emotive dell'infanzia, convinzione profonda di non meritare amore, ecc.), che ti portano a sabotare i rapporti, scartare le persone positive, e scegliere invece quelle con cui poi non funziona.
      D) Intravedo anche un sospetto di narcisismo, o "entitlement": sembri tutta concentrata su te stessa, i tuoi problemi ed i tuoi bisogni, senza nessun accenno a quello che potresti dare agli altri. Ovviamente questo non invoglia nessuno.

      Dalle tue parole emerge una fragilità che contrasta con tutte le tue doti apparenti, e mi ricorda un "gigante coi piedi di argilla". Desideri tanto sentirti amata, ma non percepisco molto amore (né per te stessa né per gli altri); sembri invece più protesa nel cercarlo fuori da te (il che può generare un senso di disperazione e "neediness", anch'essi respingenti).

      > "non capisco quali siano le giuste distanze da prendere con le persone"
      Potresti avere dei tratti nello spettro "Asperger / autistico"? Questo potrebbe contribuire alle difficoltà relazionali.

      Se c'è un problema di fondo di autostima fragile o convinzioni negative, bisogna scavare a fondo e identificarli. Altrimenti continueranno a sabotarti.
      Di seguito alcuni post dove potresti trovare qualche spunto di riflessione:
      - Perché certi problemi si ripetono in continuazione.
      - Motivi per cui facciamo scelte sbagliate (a seguito di condizionamenti inconsci).
      - L'importanza di accettare te stessa.

      Posso rassicurarti che non sei l'unica persona con problemi simili: succede che certe persone molto dotate abbiano grandi difficoltà, relazionali o esistenziali, anche più delle persone "normali".
      Un libro che tratta di un aspetto di queste problematiche è "The Drama of the Gifted Child" di Alice Miller.

      Se vuoi superare queste difficoltà, ti suggerisco di rivolgere la tua attenzione verso l'interno di te, piuttosto di sperare in una soluzione dall'esterno.
      Se vuoi esplorare questi argomenti con me, puoi chiedermi un colloquio.

      Elimina
  28. Sì, rivedo delle verità in tutti i punti, onestamente. È un mix di cose, perché nelle prime uscite non emerge nulla di questa needyness o del mio egocentrismo... Alla fine si parla solo, ci si ascolta a vicenda e ci si diverte. Infatti con capisco il richiedere un secondo appuntamento e poi dimenticarsi. Qua credo che concorra più il punto due alla mia solitudine amorosa. Nelle fasi seguenti, probabilmente, allontanano gli altri punti più legati alla fragilità (reattività, incapacità di gestire le distanze ecc.). No, non mi è stato diagnosticato nessun autismo, ma mi sono stati diagnosticati il disturbo borderline e il DOC. E, soprattutto, non sono un troll, ma una persona che non necessitava altro che di uno stimolo per allietarsi la giornata e sperare in meglio nei confronti del futuro. Grazie mille della risposta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. > "rivedo delle verità in tutti i punti"
      Ottimo, perché vuol dire che hai abbastanza onestà con te stessa e consapevolezza da poter identificare i problemi e lavorarci su.

      > "nelle prime uscite non emerge nulla"
      Non ne sarei così sicuro.
      Spesso le persone problematiche o con ferite profonde hanno atteggiamenti "disarmonici" di cui non sono consapevoli, ma che gli altri percepiscono facilmente.

      Non sai quante persone ho sentito dire "Siamo usciti, è andato tutto bene, ma poi non si è più fatto/a sentire". Il che mi fa pensare che non sia andato proprio tutto bene ;-)

      > "disturbo borderline e il DOC"
      Conferma della mia impressione. In questi casi sarebbe utile fare un percorso con un bravo terapeuta.

      > "sperare in meglio nei confronti del futuro"
      Cambiare è sempre possibile :-)
      Però ogni conquista importante richiede un prezzo da pagare. Prendersi cura di sé è sempre il miglior investimento.

      Elimina
  29. Buongiorno. Può fare per favore qualche esempio di alcuni degli atteggiamenti "disarmonici" delle persone problematiche a cui ha accennato nel commento sopra?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alcuni sono già elencati nel punto 8 del post.
      Esempi abbastanza comuni:
      - Nervosismo, ansia, tensione, inquietudine
      - Atteggiamento negativo: critico, giudicante, sprezzante, fare la vittima (p.es. sparlare degli ex)
      - Chiusura, nascondersi, non parlare di sé (per paura dei giudizi o delle reazioni), non rivelarsi, non guardare negli occhi
      - Parlare continuamente, ossessivamente, senza ascoltare l'altro
      - Vantarsi, esaltare se stessi, sbandierare le proprie qualità o - al contrario - sminuirsi e mostrare scarsa stima di sé
      - Mentalità negativa verso la sessualità: un uomo che dica "Le donne sono tutte troie", una donna che svaluti il sesso

      Elimina
  30. Se su 100 ragazze con cui ci si prova, solo 3 ragazze mostrano chiarissimi segnali d'interesse e queste 3 ragazze che mostrano un chiaro interesse sono ragazze problematiche, non belle (per usare un eufemismo), con problematiche anche di linguaggio (problematiche di linguaggio che invece il ragazzo in questione non ha), oltre che di carattere e di tutto il resto, significa che il valore attuale del ragazzo in questione è assimilabile a quello di queste 3 ragazze?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' difficile dare una risposta netta perché, oltre a non conoscere né te né la tua situazione, il "valore di mercato" di cui parlo è un concetto analogico, indicativo, non preciso.

      Quello che scrivi però sembra indicare che punti a ragazze con valore maggiore del tuo, e che svaluti quelle che si interessano a te.
      Quindi mi chiedo: le ragazze interessate a te, sono davvero "inferiori" a come sei tu? Oppure sono inferiori a quello che vorresti? (ma non riesci ad avere)
      Forse sei anche tu un ragazzo problematico, non particolarmente attraente, con qualche difficoltà caratteriale...?

      Un'altra possibilità è che il tuo problema sia di bassa autostima: magari il tuo "valore" è davvero maggiore di queste ragazze, ma tu non riesci ad avere di meglio perché - sotto sotto - non credi veramente di meritarlo (punto 6 del post).

      Elimina
  31. La sua analisi è molto precisa, perché analizza due ipotesi. Quindi è possibile che, pur avendo potenzialità di valore medio o anche medio-alto o alto, a causa di una bassa autostima (con tutte le conseguenze che ne derivano) il proprio valore sia percepito come basso e addirittura estremamente basso?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' possibile.
      Noi proiettiamo all'esterno l'immagine che abbiamo di noi stessi, con i comportamenti e il linguaggio non verbale, e gli altri lo percepiscono. Per esempio se ho paura, il mio sguardo e la mia postura lo riveleranno.
      Tra quello che pensiamo (razionalmente), e quello in cui crediamo veramente (a livello profondo o inconscio), quasi sempre prevale quest'ultimo. E gli altri di solito lo colgono.

      Elimina
  32. E se il ragazzo in questione ha una bassa autostima, e lui stesso lo percepisce e lo ammette a se stesso, le ragazze lo capiscono anche se lui non fa nessun accenno a questa bassa autostima e anche se non lo fa nemmeno capire e cerca di sembrare sicuro, sia nelle parole e nelle frasi che dice (intendo che il ragazzo in questione non si sminuisce e non si vanta)?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, le altre persone in genere lo capiscono. Poiché siamo una specie sociale, siamo abituati a leggere i segnali non verbali.
      Il "cercare di sembrare sicuro", quando è forzato o esagerato, è addirittura controproducente, perché non risulta credibile e suscita diffidenza.

      Chi è consapevole di avere bassa autostima, invece di cercare di sembrare un altro, farebbe meglio a lavorare sulla propria autostima, e/o farsi aiutare a superare il problema.

      Elimina
  33. A me le donne mi rifiutano perché dicono che sono bruttissimo

    RispondiElimina
  34. Voi psicologi dovete fare il vostro lavoro quindi non lo.direte mai ma la bellezZa e la unIca cosa che conta.il resto sono stronzate

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti avevo già chiesto di non pubblicare più commenti di questo tipo, poiché tutti simili, del tutto inutili e che non portano alcun contributo a chi li legge (vedi le linee guida per i commenti).
      Ogni ulteriore commento del genere verrà cancellato.

      Quanto alle tue affermazioni, che siano palesemente false lo dimostrano le tante coppie in cui un partner (o entrambi) non brilla per il suo aspetto - ma, evidentemente, è stato scelto per altre qualità.

      Elimina

Domande, osservazioni e commenti sono benvenuti! Se hai suggerimenti o informazioni da aggiungere, scrivi pure. Cerco di rispondere a tutti.
(se hai dubbi su cosa scrivere o come, vedi le linee guida per i commenti)



Licenza Creative Commons
© 2024 Valter Viglietti. Psicofelicità è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.