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Cosa vuol dire amare

"Amore" è una di quelle parole persino abusate, ma su cui non c'è comune accordo né significato univoco. Per alcuni è sinonimo di passione, per altri di impegno, di bisogno, di altruismo, di attaccamento e dipendenza, di sacrificio...
In passato c'è anche stato chi ha ritenuto che Amore e Morte ("Eros" e "Thanatos" in greco) fossero collegati - ma io non sono d'accordo.

Ora, non pretendo certo di dettar legge su un argomento così fondamentale, antico e dibattuto. Probabilmente l'amore è una di quelle cose che non possono essere definite in modo definitivo e oggettivo. Almeno in parte esso è un fenomeno trascendente e, come tale, va oltre la nostra comprensione e giudizio razionale.
Ma siccome in questo blog si parla anche di amore, ed esso è così prezioso nelle nostre vite (e indispensabile - a mio parere - per la nostra felicità), è utile definire meglio cosa intendo quando parlo di "amore".

Amore come dono o amore romantico

Il sentimento di cui parlo in questo post è l'amore come dono (altruistico), ben diverso da quello incentrato sul ricevere o prendere (tipico dell'amore passionale). In termini psicologici, queste due forme di affezione vengono definite "amore oblativo" e "amore captativo".

Comunemente, però, quando si parla di amore si pensa all'amore romantico, che può essere visto come un misto di dare e ricevere senza soluzione di continuità: gli innamorati sono completamente dediti sia a rendere felice l'altro, che a ricercare la propria personale felicità, e faticano a distinguere le due pulsioni.

L'amore romantico non è l'unico o il vero amore

Molti pensano che l'amore romantico sia l'unico "vero amore", o che ne sia la forma più elevata, ma non è proprio così:
Con questo non voglio negare che abbia i suoi meriti; ma direi che non è il caso di idealizzarlo, né di confondere l'innamoramento con l'amore in sé.

Amore: l'altro al centro

Per come lo intendo io, l'amore è essenzialmente avere a cuore la felicità dell'altro. Quando amiamo qualcuno, il suo ben-essere è per noi importante quanto il nostro - o anche di più (ma non sempre e comunque*).
E' il significato letterale del "voler bene": ovvero, desidero il tuo bene, qualunque esso sia, anche a discapito del mio. E' uno "stato di grazia" in cui il nostro naturale egoismo si acquieta e l'altro assume un posto centrale nei nostri pensieri. Quando accade, quello che era "Altro da Noi" non è più lontano ed estraneo, ma ci diventa prossimo, familiare, prezioso: ci sta a cuore, ci è caro, ce ne prendiamo cura.

* Anche quando amiamo l'altro, continuiamo ad avere bisogni nostri ed amor proprio: quindi una persona equilibrata che ama, metterà al primo posto il bene dell'altro alcune volte, ed il proprio altre volte.
Il mito dell'amore che mette sempre al primo posto la persona amata è idealistico e squillibrato, in quanto "dimentica" l'amor proprio (fondamentale nelle persone e relazioni sane). Anche l'esortazione del Vangelo "Ama il prossimo tuo come te stesso" richiede che esista un amore per se stessi.

“L'amore è avere a cuore
la felicità dell'altro,
anche più della propria”

Amore o bisogno?

Quando amiamo, ci comportiamo così anche se non ci porta alcun vantaggio diretto. Persino a nostro svantaggio.
Questa precisazione è importante, perché spesso è facile confondere l'amore con il bisogno. La differenza principale tra le due pulsioni è questa:
  • Quando sono guidato dall'amore, l'obiettivo primario è il bene/felicità dell'amato (il mio interesse può diventare secondario, o a volte persino irrilevante).
    L'amore ispira a dare. Il fine è altruistico.
  • Quando sono guidato dal bisogno, l'obiettivo primario è quello che io desidero (il mio interesse è rilevante, ed alla fine è ciò che conta).
    Il bisogno spinge a volere, prendere e pretendere. Il fine è egoistico.
Certo, anche quando abbiamo bisogno di qualcuno, vogliamo che questi sia felice... ma vogliamo che lo sia con noi, e alle nostre condizioni. Difficilmente ci sta bene che sia felice per conto suo, o senza di noi: vogliamo possederlo.
Il bisogno pone sempre delle condizioni: "Ti amo a condizione che tu...", mentre l'amore autentico è privo di condizioni: "Ti amo perché tu sei tu".
Naturalmente, amore e bisogno spesso coesistono, ma restano comunque due pulsioni ben diverse.

Distinguere tra amore e bisogno

Qualcuno obietterà: ma a cosa serve distinguere tra amore e bisogno (o passione), se sono così spesso uniti? In effetti, finché va tutto bene non è necessario. Ma quando le cose vanno male (conflitti, abusi, separazioni...) diventa importante distinguere.
In caso di pressioni psicologiche, manipolazione, controllo e coercizione, stalking, aggressioni e violenze, la motivazione è sempre il bisogno e mai l'amore. Non capirlo può indurci a giustificare (se lo facciamo noi) o tollerare (se lo fa l'altro) comportamenti scorretti e pericolosi.
Ogni volta che in una relazione ci sono tensioni o conflitti, è utile chiedersi:
  • Voglio qualcosa per me stesso, oppure perché sono convinto che sia bene anche per l'altro? (e nel secondo caso, come faccio a esserne certo?)
  • Io o l'altro usiamo forse "l'amore" come copertura per i propri interessi, per manipolare il partner?
  • L'altro sta approfittando del mio bisogno di lui a suo vantaggio, procurandomi un danno (abuso)? Se l'altro si giustifica dicendo che lo fa "per amore", dev'essere chiaro che non è vero.
  • In caso di separazione, se nutro risentimento verso chi mi ha lasciato è importante capire che lo faccio per ragioni egoistiche (mi è stato tolto ciò che mi era prezioso), e non perché amo l'altra persona.
  • Quando siamo attaccati a qualcuno che non ci vuole, se capiamo che è per bisogno (e non per amore) ci è più facile staccarci.

“Amore e bisogno
spesso coesistono,
ma restano pulsioni diverse”

Amore o passione?

Molti credono che amore e passione siano la stessa cosa: ma anche se entrambi ci ispirano sentimenti potenti, la differenza è radicale.

La passione riguarda quel che ci serve, o che è nostro

Quando qualcosa ci appassiona ne siamo sì avvinti e persino ossessionati, ma di quella cosa in fondo ci importa poco - se non per nostro beneficio, o perché è una nostra proprietà:
  • Quando dico che "Amo il cioccolato", è ovviamente una passione perché del cioccolato in sé non mi importa, bensì mi interessa il piacere che ne traggo.
  • Se affermo che "Amo la mia casa", è una passione perché non amo realmente i muri o i pavimenti: mi importano per quel che mi danno. Per quanto io possa dedicarmi ad essa, lo farò sempre a scopo personale; se cambio casa, mi importerà ben poco della vecchia.
  • Quando è solo la passione che mi lega a qualcuno, se questa persona si allontana o mi lascia proverò sentimenti negativi per lei (perché mi toglie quello che mi dava); o comunque non mi importerà più molto di lei.

L'amore va oltre il nostro interesse

Viceversa, quando amiamo veramente qualcuno - o qualcosa - abbiamo a cuore la sua esistenza e il suo benessere anche se non ci appartiene, o se non ci offre alcun vantaggio:
  • Quando amo una persona, continuo ad averla a cuore anche quando non siamo più insieme, o lei vive con un altro; la sua felicità continua ad importarmi.
  • L'amore per la natura, o per gli animali, ci porta ad amare anche ciò che mai vedremo, ed anche a sacrificarci per essi (per esempio impegnandoci nell'attivismo, o scegliendo un'alimentazione vegetariana).
  • Il poeta o il patriota in esilio, che amano il proprio Paese e continuano a provare forti sentimenti a riguardo, anche se non lo rivedessero più.

Sentire e agire

Una delle caratteristiche dell'amore autentico è la presenza di sentimento e azione in accordo fra loro:
  1. Provo un sentimento positivo, luminoso e amorevole verso quella persona.
  2. Agisco (come posso) per il suo benessere e la sua felicità, in accordo con il mio sentimento.

Quindi, se provo un forte sentimento ma non agisco a favore di quella persona (anche quando potrei), e mi limito a crogiolarmi nel mio sentimento, è probabile che si tratti più di infatuazione che di amore vero. Forse sono più "innamorato dell'amore" (e delle sensazioni positive che mi suscita) che dell'altra persona.

Oppure, se dico di amare il mio partner ma non mi curo dei suoi bisogni e della sua felicità, per esempio:
  • gli dò poca attenzione e ascolto
  • sono poco paziente e disponibile nei suoi confronti
  • non cerco di capirlo e di andargli incontro
  • gli nego il contatto fisico e la sessualità
è possibile che io mi inganni riguardo quello che provo; magari quello che mi lega al partner è attaccamento, abitudine o dipendenza più che amore (o una forma di amore molto sbiadito).

"L'amore è questa cosa qui: azione. Tutti siamo capaci di dire che amiamo, di fare dichiarazioni, ma la differenza la fa chi è capace di agire, anche contro se stesso."
(Paul Haggis)

Sentimenti contrastanti

Attenzione: questo non esclude la possibilità di avere anche dei sentimenti negativi verso la persona che amiamo: siamo creature complesse e contraddittorie, quindi può succedere di provare sia amore che risentimento o rabbia - o persino odio - verso qualcuno.

Però se dico di amare qualcuno e agisco intenzionalmente contro il suo bene, o per ottenere qualcosa a dispetto dell'altro, quell'azione non viene certo dall'amore: viene dal mio egoismo o dai miei bisogni.
E' normale che l'amore per l'altro e i bisogni personali si mescolino, ma è importante distinguere la reale motivazione delle proprie azioni. Altrimenti si rischia di giustificare comportamenti tossici, del tipo "Non posso lasciarti libero perché ti amo" o "L'ho uccisa perché l'amavo troppo": in questi casi l'amore non c'entra nulla.

Non abbiamo controllo sui sentimenti

Una differenza fondamentale tra azione e sentimento nell'amore, è che abbiamo ben poco controllo sul secondo:
  • Posso decidere di fare qualcosa anche se non ne ho voglia.
  • Ma non posso scegliere di sentire qualcosa solo con la volontà.
In altre parole, non scegliamo cosa sentire: generalmente ci accade. Possiamo gestire emozioni e sentimenti, eventualmente, ma non crearle o spegnerle a piacimento (molte persone negano quello che sentono o simulano ciò che non sentono, ma queste sono forme di nevrosi e sono generalmente dannose).

Quindi, come non scegliamo a priori di amare qualcuno, ma in genere ci accade, così quando quell'amore si attenua solitamente non lo abbiamo scelto, e ci possiamo fare ben poco. O meglio, possiamo continuare ad agire in modo amorevole, attento e premuroso verso quella persona, ma non possiamo forzarci a sentire un determinato sentimento.
E' per quello che promesse del tipo "Ti amerò per sempre!", anche se sincere, sono inaffidabili: non possiamo sapere in anticipo quello che sentiremo in futuro (specialmente sulla lunga distanza), e non possiamo nemmeno deciderlo. E' uno degli aspetti irrazionali dell'animo umano.

I doni dell'amore

Se il desiderio, la brama, il bisogno e l'attaccamento appartengono più alla passione che all'amore (come sostengo nei paragrafi precedenti), quali sono gli atteggiamenti propri dell'amore? Quali sono i doni che offriamo alla persona che amiamo? Elenco quelli che mi sembrano i principali:
  • Ascolto (non solo silenzio ma attenzione focalizzata sull'altro; non solo ascoltare le parole, ma anche l'emozione sottostante; ascoltare col cuore)
  • Attenzione (concentrarci sull'altro; accantonare il nostro ego, mettere l'altro al centro)
  • Accoglienza (nel bene e nel male, nella gioia e nella tristezza, restare aperti all'altro)
  • Assenza di giudizio (giudicare separa, allontana e porta l'altro a chiudersi)
  • Accettazione (accettare l'altro per come è, senza critiche, senza volerlo cambiare)
  • Apprezzamento (notare e apprezzare tutte le sue qualità; celebrare la sua unicità)
  • Comprensione (cercare di capire l'altro, anche quando è diverso da noi, o vuole cose diverse da quelle che vogliamo noi)
  • Compassione (accogliere la sofferenza dell'altro; perdonare le sue mancanze)
  • Gentilezza (parlare ed agire con garbo, attenzione e delicatezza)
  • Rispetto (non aggredire, non pretendere, non ignorare, non dare per scontato)
  • Avere a cuore la felicità dell'amato
  • Prendersi cura (dei suoi bisogni, dei suoi problemi, della sua sofferenza)
  • Dare all'amato spazio per esprimersi liberamente

Accettazione e libertà

L'amore autentico ha sempre due caratteristiche essenziali: accettiamo l'altro e lo lasciamo libero. Quando amiamo veramente qualcuno:
  • Lo accettiamo per come è. Riconosciamo il suo valore. Accogliamo le sue imperfezioni. Non cerchiamo di cambiarlo.
  • Lo lasciamo libero. Anche quando non ci fa comodo, o non siamo d'accordo, o ci fa soffrire. Lasciamo che sia come vuole, rispettiamo le sue scelte.

“ L'amore autentico
ha sempre due caratteristiche essenziali:
accettiamo l'altro e lo lasciamo libero”

Se il bisogno è la necessità di riempire un nostro vuoto o carenza, l'amore è il desiderio che l'altro raggiunga la sua massima pienezza. Il bisogno nasce dalla mancanza o dalla paura, l'amore nasce dalla ricchezza e dalla gioia.


"L'amore è la passione per la gioia dell'altro."
(Edmond Rostand, "Cyrano de Bergerac")

"Col pretesto dell'amore, l'essere umano tenta a volte di controllare e dominare.
Il vero amore si fonda invece sulla libertà, sul rispetto e sul sincero desiderio di contribuire all'arricchimento del partner."

(Marc Alain, "Essere Se Stessi, ogni giorno")

"Forse l’amore è il processo con il quale ti riconduco dolcemente a te stesso.
Non a ciò che io voglio che tu sia, ma a ciò che sei."

(Leo Buscaglia, "Vivere amare capirsi")


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6 commenti:

  1. Le cose che scrivi mi tengono sempre attaccata al monitor...

    E mi fanno andare la mentein "ipersinapsi" :)
    Quante cose ti chiederei! :)

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    Risposte
    1. Bene bene. :-)
      Quando qualcosa ci smuove dentro, è segno che stiamo crescendo... :-D

      Quanto al chiedere... accomodati. Questo blog serve anche x quello.

      Elimina
  2. Sono d'accordo tranne sulla parte del "voler bene" inteso come "il mio bene è irrilevante". No, per il semplice motivo che io, qualsiasi cosa che a me piace, è come se facessi un piacere a me stesso, quindi mi vien naturale pensare al bene dell'altra persona se è nel mio interesse, per il semplice motivo che sono io a volerlo. Per questo mi piace essere egoista, perchè l'amore è essenzialmente questo, è egoista e nel linguaggio comune è spesso travisata e fraintesa la definizione di egoismo. Se il mio bene come persona fosse secondario sarei completamente annullato e allora non avrebbe senso amare se stessi per amare gli altri se poi devo rimetterci. Per chiudere "Se volete essere egoisti, dovete esserlo in maniera intelligente: occupatevi degli altri. I primi a trarne beneficio non saranno loro, ma voi stessi" (Dalai Lama).

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    1. > perchè l'amore è essenzialmente questo, è egoista
      A volte funziona così, quando vogliamo entrambi la stessa cosa; ma se vogliamo cose diverse? Se per esempio l'altro è più felice con un altro partner?
      Allora uno dei due deve rinunciare. E l'amore ci aiuta a rinunciare, perché teniamo alla felicità dell'altro come (e a volte di più) che alla nostra.

      Il problema è quando si hanno esigenze contrastanti.
      Spesso il romanticismo o le religioni semplificano, e considerano solo ipotesi che possono fare contenti tutti. Ma la realtà non sempre è così, spesso è complessa. Uno che si occupa troppo degli altri, p.es., si ritroverà svuotato (classico esempio: la madre che vive in funzione dei figli). La virtù sta nel trovare un equilibrio tra le proprie esigenze e quelle altrui.

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  3. Bellissimo articolo! Mi domandavo, se in una relazione si ama qualcuno/a autenticamente, lasciandolo/a libero, anche a scapito della nostra felicità e il nostro partner accettasse questa libertà pur consapevole di mettere la sua felicità al di sopra di quella della coppia, saremmo sicuri di amare la persona giusta e di essere amanti autenticamente?

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    Risposte
    1. Ahimé, in amore non vi sono sicurezze :-)

      Non possiamo essere certi che una persona sia quella "giusta", anche perché le persone (e le relazioni) cambiano in continuazione: la persona che oggi è "giusta", magari non lo sarà più domani (o non lo sarò io).
      L'amore si vive nel presente, non è un contratto per il futuro.

      Allo stesso modo, non ci sono garanzie di essere amati autenticamente dall'altro. E non dovrebbe essere questo l'intento dell'amare, perché se amo allo scopo di essere amato, allora non è amore ma "commercio", scambio di prestazioni (cosa che non ha nulla di male, ma non andrebbe chiamata "amore").
      L'amore è dono gratuito: ti amo perché sei tu, non per "comprare" il tuo amore.

      Il tuo commento sembra sottintendere una sorta di "strategia" (se amerò così, allora verrò ricambiato cosà), ma secondo me l'amore non è compatibile con le strategie.

      Forse l'errore è confondere l'amore con il relazionarsi:
      - si ama in modo gratuito, fine a se stesso;
      - ma ci si relaziona per dare e ricevere.
      In altre parole: si ama qualcuno per farlo felice; si sta insieme a qualcuno per fare felice se stesso - ed eventualmente anche l'altro.

      Infatti in una relazione sana ci deve essere un equo livello di dare e ricevere (altrimenti la relazione col tempo si logora). Molti dicono di volere una relazione per amare, ma in realtà la vogliono (anche) perché essa nutra i loro bisogni.

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